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  • Morosini, l'amore dei tifosi di Bergamo e Livorno e l'ultima farsa in Lega

    Morosini, l'amore dei tifosi di Bergamo e Livorno e l'ultima farsa in Lega

    Se alle tre del pomeriggio di un martedì d'aprile, nello stadio Armando Picchi di Livorno migliaia di persone lasciano le loro occupazioni e si ritrovano tutte insieme per rendere omaggio a un ragazzo di 25 anni, morto mentre giocava a pallone.

    Se, stasera, domani e giovedì a Bergamo, altre migliaia di persone si ritroveranno tutte insieme per dire addio a questo ragazzo che, senza chiedere nulla, ma dimostrandoci che cosa sia il coraggio di vivere, è entrato nel cuore di tutti.

    Se settemila persone in un giorno cliccano su Facebook per chiedere che la Curva Sud dello stadio di Bergamo venga intitolata a questo ragazzo e costringono il Comune a procedere a tempo di record nel Paese della burocrazia e dei ritardi congeniti.

    Se accade tutto questo, il contrasto fra l'amore dei tifosi e l'ultima farsa inscenata in Lega per i calendari diventa stridente e insopportabile.

    Per Morosini, per i tifosi, per tutti coloro che amano questo sport, possiamo e dobbiamo dire che ci meritiamo un calcio migliore.

    Migliore di quelli che a Milano si prendono a pesci in faccia per stabilire quale giornata recuperare della serie A, facendo calcoli di squalifiche, diffide, ammonizioni e inducono persino Galliani ad affermare che "la Lega non ha una buona immagine".

    Migliore di quelli che disorganizzano il Grande Circo e, adesso, piazzano 6 partite in 22 giorni.

    Migliore di quelli che, anzichè ritrovarsi in via Rosellini per discutere di defibrillatori, tutela della salute, medicina preventiva, ci vanno per coprirsi di ridicolo.

    Migliore di quelli che non capiscono come la parte migliore del calcio siano sempre e soltanto i tifosi, sistematicamente spennati, traditi, vessati.

    I tifosi che abbiamo visto oggi a Livorno e rivedremo a Bergamo, piangere e commuoversi per Piermario Morosini. Per dirgli buon viaggio. O semplicemente grazie per ciò che ci ha insegnato, senza avere la pretesa di insegnare.

     

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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