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  • Morosini poteva essere salvato! Sotto tiro finiscono i soccorritori

    Morosini poteva essere salvato! Sotto tiro finiscono i soccorritori

     

    Come si sospettava nei giorni scorsi, i misteri dietro la morte di Piermario Morosini non si dileguano. Anzi, l'esito dell'autopsia lancia nuovi inquietanti interrogativi. Sotto tiro finiscono anche i soccorritori intervenuti allo stadio Adriatico di Pescara e non solo per l'episodio disdicevole dell'auto dei vigili piazzata incredibilmente all'ingresso riservato alle ambulanze. Ecco cosa scrive Gianluca Caporale su Repubblica:
     
    Piermario Morosini non è morto al trentunesimo minuto di gioco di Pescara-Livorno. È rimasto in vita almeno altri dieci minuti. A «cuore fermo», ma vivo. Nessun aneurisma. Nessun infarto. Niente di fulminante. Il giovane calciatore ha avuto un arresto cardiaco, il cuore ha smesso di pompare provocando «l'azzeramento della gettata cardiaca e l´annullamento della profusione dei vari organi». È morto, quindi, tra le braccia dei suoi soccorritori che cercavano di rianimarlo.
     
    È questa la prima risposta che arriva dall´autopsia che si è tenuta ieri pomeriggio all´ospedale civile di Pescara, ma purtroppo non basta. Il corpo del povero Morosini questa mattina sarà riconsegnato alla famiglia per consentire i funerali, il suo cuore invece resterà a Pescara, almeno per il momento. È stato necessario asportare l´organo per consentire esami più approfonditi. Il medico legale Cristian D´Ovidio - che ha esaminato per oltre cinque ore il cadavere del ragazzo - vuole verificare con attenzione la «leggera» malformazione congenita che pare emergere da una prima "ricognizione visiva".
     
    E per fare questo occorre un esame specifico che richiede tempo. Resta poi un altro fattore da chiarire. Sempre durante la "ricognizione visiva" D´Ovidio ha individuato nello stomaco del giovane «un elemento esterno», probabilmente ingerito poco tempo prima della partita: si tratta di «filamenti» che saranno analizzati e verificati attraverso un esame tossicologico. A seguire l´autopsia c´era anche un perito tossicologico, la dottoressa Simona Martello che nei prossimi giorni consegnerà la sua relazione nelle mani della procura di Pescara.
     
    Anche i successivi esami del dna - che saranno effettuati presso l´università Cattolica di Roma - potrebbero contribuire a fare chiarezza su un aspetto centrale: se l´arresto cardiaco fosse o no riattivabile. In sostanza, la procura punta a saperne di più non solo sui tempi dei soccorsi, ma sulla loro qualità. Certo è che l´esito dell´autopsia ha colto di sorpresa gli stessi inquirenti, soprattutto perché i commenti "a caldo" di diversi medici intervenuti sul posto raccontavano di una morte "sul colpo".
     
     
    Ora si sa che non è andata così. Questa novità farà definitivamente decollare l´inchiesta della procura per omicidio colposo, per ora contro ignoti. Nei prossimi giorni, i magistrati Cristina Tedeschini e Valentina D´Agostino interrogheranno (insieme agli agenti della Digos) tutto il personale medico che è intervenuto in soccorso del ragazzo e ricostruiranno la vicenda nei minimi dettagli.
     
     
    Sebbene siano ancora accese e in primo piano le polemiche sulla vicenda dell'automobile della polizia municipale parcheggiata in divieto di sosta - quella che ha ostacolato per alcuni minuti l´accesso dell´ambulanza allo stadio durante i soccorsi - per il momento il caso resta un fatto "secondario" per l´inchiesta: questo perché il primo soccorso al giocatore è stato portato dal personale a bordo del campo. Intanto, il collegio disciplinare del Comune di Pescara ha attivato nei confronti del vigile responsabile un procedimento disciplinare.
     
    Sono previsti un contraddittorio con processo interno e una sanzione disciplinare, che va da una sospensione minima di undici giorni fino a un massimo di sei mesi. La decisione sarà presa il 7 maggio. Fino a quella data l´ufficiale della polizia municipale non sarà in servizio: si è autosospeso.

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