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  • Mosca chiude le porte a Francesco e 'simula' il lancio di razzi nucleari

    Mosca chiude le porte a Francesco e 'simula' il lancio di razzi nucleari

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    La risposta, secca, non lascia spazio ad ulteriori illusioni. “Niet!”, nessun presupposto giustificherebbe un eventuale incontro, vis a vis, tra Papa Francesco e Vladimir Putin. Così il Cremlino, con un comunicato ufficiale fatto pervenire al Vaticano, chiude di fatto le porte in faccia al Pontefice il quale, malgrado la sua precaria condizione fisica che gli impedisce di camminare senza dover soffrire, si era dichiarato disponibile per un viaggio della pace nella capitale russa.

    Certamente un dolore per Papa  Bergoglio il quale da settanta giorni non perde una sola occasione pubblica per condannare ciò che sta accadendo in Ucraina e tutti coloro che, per un verso o per l’altro, stanno favorendo l’escalation bellica o perlomeno non paiono intenzionati a operare fattivamente per una soluzione diplomatica di una crisi la quale potrebbe sfociare in un qualche cosa di tremendamente più vasto e serio. Non a caso, questa notte tra un bombardamento e l’altro delle città ucraine, il Cremlino ha voluto mostrare ancora di più i muscoli con il lancio “simulato” di alcuni razzi nucleari.

    A rendere ancora più complicata una vicenda che soltanto apparentemente pare causare assuefazione nella pubblica opinione, ma che in realtà rosicchia e avvelena le anime nel profondo, si è manifestata in tutta la sua pericolosità la “guerra” tra i due poteri spirituali dominanti in Occidente e ad Est. Il duro intervento di Francesco a carico del suo imbarazzante“omonimo” Kirill definito “chierichetto di Putin” ha aperto uno squarcio tra la Chiesa Cattolica pacifista e quella Ortodossa guerrafondaia rappresentata dal primate russo che benedice l’esercito invasore mentre Putin si fa il segno della croce indirizzato chissà a quale Dio. Non certo a quello dei massacri.

    In ogni caso la netta presa di posizione del Cremlino che nega al Papa la possibilità di esprimere personalmente al dittatore russo il proprio punto di vista, seppure presumibilmente seduto entrambi a quel tavolaccio lungo e bianco usato per precedenti incontri, appartiene alla narrazione delle grandi occasioni perdute. Francesco, certamente, avrebbe chiuso l’incontro raccontando al suo interlocutore la storia di una vicenda accaduta il 13 Maggio del 1917 in un paesino del Portogallo, Conca di Iria, dove ai tre pastorelli Lucia, Jacinta e Francisco apparve una Signora che rivelò loro tre segreti cruciali per l’umanità. I primi due, nel tempo, sono stati resi pubblici dalla Chiesa. Il terzo ancora no. E Papa Francesco avrebbe potuto svelarlo a Putin il quale, professandosi credente, avrebbe a sua volta ottenuto ottime ragioni per riflettere e magari rinsavire.

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