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  • Mourinho: 'Io al Psg? Non è possibile. E' come la Juve, dietro ai grandi club.  Su Pogba...'

    Mourinho: 'Io al Psg? Non è possibile. E' come la Juve, dietro ai grandi club. Su Pogba...'

    A tutto campo. In una lunga intervista concessa a L'Equipe José Mourinho ha parlato del suo futuro e soprattutto del passato. Tornerà in panchina, ma non al Paris Saint-Germain: "​Io al Paris Saint-Germain? Non è possibile. Non si può allenare un club che ha già l'allenatore. Posso parlare se in un club c'è una porta aperta. Il Psg è un club di dimensione mondiale con dei club di dimensione mondiale. Non ha ancora vinto a livello europeo, questo è un dettaglio importante. E' la stessa cosa che dico quando si parla di allenatori. Puoi avere grandi qualità, ma se alla fine della carriera non hai vinto a livello europeo, ti manca qualcosa. Il Psg è in questa fase: come Juventus e Bayern domina nel proprio campionato, ma è subito dietro ai top club europei".

    MANCHESTER UNITED - "Non serve parlare, il tempo ha dato le sue spiegazioni. Sullo United posso dire solo due cose. Uno, che il tempo è stato galantuomo. Due, che i problemi ci sono ancora. Non sono stato vittima di Pogba. I problemi ci sono ancora. Voi potete ipotizzare che siano i calciatori, l'organizzazione, le ambizioni, io posso solamente dire che non posso rispondere "sì" se voi mi chiedete se Paul sia stato l'unico responsabile".

    CAMBIAMENTO - "Al di là della tecnologia, il mondo è cambiato dal punto di vista umano. Per un giocatore è più difficile rimanere concentrato sul suo lavoro e avere bene in testa che il calcio è la cosa più importante della sua vita professionale. I giocatori oggi hanno molti diritti. Il compito di un allenatore è far comprendere che esistono anche dei doveri, in primis nei confronti dei tifosi. È ancor più nei confronti dei giovani che vorrebbero essere calciatori professionisti, ma non hanno il talento. Quando hai il talento e giochi per un club importante, devi farlo con passione. L’ambiente esterno non può trasformarti al punto di perdere quella passione a 23-24 anni. È compito del club, attraverso il lavoro dell’allenatore, creare una sorta di protezione".

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