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Mourinho offende Zaniolo, Mkhitaryan e il suo carissimo Shomurodov: ma la Roma lo sopporta ancora?

Mourinho offende Zaniolo, Mkhitaryan e il suo carissimo Shomurodov: ma la Roma lo sopporta ancora?

  • Stefano Agresti
    Stefano Agresti
Ne abbiamo scoperta un’altra, perché Mourinho non smette mai di stupirci: senza Abraham e Pellegrini, il potenziale offensivo della Roma è nullo. Non è inferiore, non è più povero: è inesistente, addirittura. Perché evidentemente, ai suoi occhi, è nullo Mkhitaryan, il miglior giocatore giallorosso nella passata stagione. Ed è nullo Zaniolo, uno dei talenti puri del nostro calcio. Non finisce qui: è nullo anche Shomurodov, che in fondo è un suo pupillo, certamente è un attaccante che a lui piace tantissimo visto che ha convinto la società a spendere 18 milioni per prenderlo dal Genoa (nel quale spesso era una riserva). Quanto a Borja Mayoral, il marcatore più prolifico nell’ultima annata romanista, è meno che nullo: per Mou proprio non esiste, tant’è vero che nemmeno entra mai in campo.

Il tracollo con l’Inter allontana Mourinho da tutto: dalle posizioni che valgono la Champions, da un percorso dignitoso, anche dal buon senso. Perché non ha buon senso un allenatore che tratta in questo modo - quasi offensivo - i suoi calciatori. Cosa pensereste oggi se foste in Mkhitaryan, Zaniolo e Shomurodov? Che siete nulli, probabilmente. E con quale spirito affrontereste il resto della stagione, conoscendo la considerazione dell’allenatore nei vostri confronti?

In realtà, le frasi di Mourinho non vanno prese nemmeno troppo sul serio. Perché quando le pronuncia, non ci crede davvero: cerca solo un modo per allontanare l’attenzione da quello che si sta rivelando come il suo fallimento personale. L’ennesimo, dopo la rotture traumatiche vissute con il Manchester United e con il Tottenham. Affinché nessuno faccia i conti - e si accorga, ad esempio, che nella scorsa stagione Fonseca aveva 8 punti in più rispetto a lui - Mou depista, protesta, scarica le responsabilità. Su chi? Un po’ su tutti: i propri calciatori e addirittura l’arbitro, al quale contesta le ammonizioni, trasformandosi di nuovo in vittima del sistema. Ma come si può prendersela con il direttore di gara dopo una partita nella quale l’Inter ha fatto ciò che ha voluto dall’inizio alla fine? Per evitare difficoltà, l’ex Special One rifiuta di rispondere alle domande, che possono essere scomode. Meglio i monologhi, ovviamente, nei quali anche il pudore viene meno. Fino a quando la Roma lo sopporterà?

@steagresti
 

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