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  • ​Napoli: decide Petagna, in panchina per 81 minuti! Genoa, ombre sul gol annullato a Pandev

    ​Napoli: decide Petagna, in panchina per 81 minuti! Genoa, ombre sul gol annullato a Pandev

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    I tre punti raccolti sul campo del Genoa (grazie ai gol di Ruiz e Petagna che hanno annullato la rete di Cambiaso) non sono stati il frutto di una passeggiata di salute. Il Napoli se li è sudati fino all’ultimo giro d’orologio. In vantaggio nel finale del primo tempo – gol cartolina di Fabian Ruiz – il Napoli ha subito il ritorno furioso del Genoa che Ballardini in avvio di ripresa, aveva rimodellato, cambiando l’intero attacco: fuori Ekuban e Hernani, dentro Buksa e Padev. Vent’anni di età di differenza tra il giovanissimo polacco e l’antico macedone. Il Grifone il pari lo aveva già agguantato al 9’, uscita scomposta di Meret oltre il dischetto del rigore, sconto con Buksa, pallone a Pandev per il gol a porta vuota. L’arbitro Di Bello, in eccellente posizione per valutare, aveva concesso senza esitazioni il punto salvo però rimangiarsi la decisione ed annullarlo dopo che era stato inviato all’on field review dal Var, Fabbri. Decisione difficilissima: il tocco gamba contro gamba fra Meret e Buksa c’è ma è il portiere a finire addosso all’attaccante e non viceversa. Proteste furibonde del Genoa che comunque nel giro di due minuti il pareggio lo ha segnato davvero:, incursione sulla destra di Ghiglione e pallone scodellato coast to coast per Cambiaso (sentiremo parlare di questa cavallone tutto muscoli e corsa, con piedi alquanto fini) e sinistro al volo a giustiziare Meret.

    La bilancia tornata in perfetto equilibrio sembrava dovesse restarci fino alla fine, il match si era inasprito ma il Napoli non riusciva a ritrovare il bandolo del gioco. Insigne andava spengendosi e le soluzioni d’attacco diventavano sempre più difficili. Spalletti, preferito Ounas a Petagna nel primo cambio (per Lozano), al 37’, si decideva infine a buttar dentro il bisonte triestino, sostituto naturale di Osimhen. Petagna lo ringraziava subito con la gran capocciata vincente sulla punizione da sinistra di Mario Rui. Sirigu bucato senza colpe e la vittoria al Napoli.

    Il Genoa ha tutti i diritti di mangiarsi le mani fino ai gomiti. Ha giocato un gran secondo tempo, gagliardo e sfrontato, aveva risalito la corrente e tenuto testa ad un avversario che lo sovrastava in termini di palleggio e di manovra. Il pari sarebbe stato un giusto premio, ma il calcio alla fine dà ragione a chi la butta dentro. Spalletti deve ringraziare la propria buona stella, che porta nell’occasione il nome di Petagna. Chissà, se lo avesse utilizzato prima forse il Napoli non avrebbe sofferto quanto ha sofferto.

    Di Bello ha arbitrato all’inglese, anzi di più. Rocchi ha dato disposizioni di limitare i fischi ma come diceva un vecchio saggio: “Mai troppo zelo”. Sulla sua prestazione resta l’ombra del gol annullato a Pandev. Il contatto fra Meret e Buksa è avvenuto un metro dentro la linea dell’area di rigore e in Inghilterra questi scontri gli arbitri non li sanzionano. Diverso sarebbe stato se fosse avvenuto nell’area del portiere dove ogni contatto è sempre falloso.

    La vittoria di Genova è un buon viatico in vista della sfida col la Juventus. Spalletti spera che Osimhen sia riqualificato ma con un Petagna così (altro che cessione) dovrebbe dormire più tranquillo. Grande Koulibaly, ottimo Manolas, brillante e ispirato Insigne nei primi 45’. Puntuale Lobotka, Ounas ha messo il pepe nelle vene ai suoi. Maluccio Ruiz, nonostante il bel gol. Cambiaso il migliore del Genoa, seguito a ruota da Rovella e Badelj. Con l’arrivo della cavalleria il Grifone salirà ancora di rango e di tono e intanto si consolida la trattativa per il passaggio del club, indiziato sono agli americani del fondo di private equity 777 Partners di Miami.

    Il Genoa, tramortito dalla scoppola all’esordio di San Siro con l’Inter, ripresentava quasi gli stessi uomini, Ghiglione e Ekubam le uniche novità negli undici di partenza. I rinforzi sono indisponibili e non si tratta di comparse: Vasquez, Maksimovic, Caicedo, Touré e gli imminenti arrivi (Lammers e Fares) cambieranno faccia e potenzialità al Vecchio Grifone,  nell’attesa Ballardini deve arrangiarsi con la vecchia guardia. Non c’è Destro che è ufficialmente sul mercato e potrebbe andare allo Spezia.

    Anche il Napoli lamentava assenze pesanti, gli infortunati sono quattro: Zielinski, Demme, Mertens e Ghoulam, la perdita più dolorosa è quella di Osimhen, squalificato. Spalletti rimediava con il tridente dei nani, Politano-Insigne-Lozano e l’inserimento di Lobotka nei panni del metronomo di centrocampo. Lorenzino insigne come nella seconda parte del match contro il Venezia, si inventa falso nove, il sostituto naturale del nigeriano sarebbe Petagna, che siede in panchina, e sarà proprio lui, subentrando nel finale a Politano , a decidere il match per il Napoli.

    Primo tempo frizzante. Squadre corte e toniche, pressing e contropressing il Napoli gioca in punta di bulloni, ai due tocchi e però morde nel duro quando deve finalizzare, il centrocampo del Genoa è folto e reattivo e trascinare il pallone dalla trequarti campo all’area di rigore di Sirigu è una fatica improba. Insigne sfarfalleggia nelle grinfie di Biraschi, Lozano guizza senza gran costrutto in quelle di Vanheudsen, Politano costringe l’aitante Cambiaso sulla difensiva ma non graffia. Tre occasioni da gol per i ragazzi i Spalletti. Insigne scheggia il palo di Sirigu, complice una deviazione di Vanheudsen (13’), ancora il capitano si incunea lesto in area sull’assist di Politano, calcia secco da 7/8 metri ma trova i pugni del portiere rossoblù (30’). Infine il Napoli fa Bingo al minuto 39. Insigne, sempre lui, si sottrae all’imbuto centrale e trova spazio a sinistra, scambiandosi la posizione con Lozano. Lorenzino inventa un cambio di campo di 40 metri e pesca Politano a destra, stop perfetto e palla all’accorrente Fabian Ruiz che guadagna lo spazio per calciare col mancino e fare secco Sirigu col pallone spedito nell’angolino lontano, a fil di palo. Lo spagnolo finora ad allora era stato il meno brillante dei suoi, impastoiato dalla assidua marcatura alla quale era sottoposto ora da Cambiaso, ora da Rovella, ora da chiunque incrociasse i suoi movimenti. La classe però finisce per emergere e Spalletti ringrazia. Senza lgi inserimenti di Zielinski e il peso offensivo di Osimhen, il Napoli aveva faticato a superare la diga rossoblù.

    Il Genoa? Un bel Genoa, compatto e corsaiolo, neppure lontano parente della creatura asfittica castigata dall’Inter. Barriera mobile a centrocampo, frecce innestate lungo gli out dove Ghiglione (bello il suo destro improvviso al 22’, assorbito in corner da Meret) e soprattutto Cambiaso sulla fascia sinistra hanno tenuto in rispetto gli esterni del Napoli, Mario Rui e Di Lorenzo, alimentando le ripartenze del Genoa. Nel primo tempo si era avvertita la mancanza del perno avanzato centrale. Ekuban è acerbo e Hernani ha avuto qualche difficoltà ad appoggiarlo. Ballardini ha rimediato schierando nella ripresa Pandev e Buksa e il Genoa è cresciuto in convinzione e in personalità. Ha sfiorato il gol già al 6’ Cambiaso ha sparato a colpo sicuro trovando la risposta eccellente di Meret, e due volte il Genoa ha mancato il tap in. Quindi l’azione del gol  prima concesso e poi annullato. Dubbi legittimi.

    I cambi decisi da Spalletti e Ballardini hanno modificato il quadro tattico delle due squadre e non la sostanza del match che è rimasto tirato e incerto fino all’ultimissima battuta. Decisivo alla resa dei conti l’ingesso di Petagna che col suo gol ha fissato il risultato a favore del Napoli. Resta difficile immaginare che Spalletti dia l’ok alla cessione dell’ariete. La Sampdoria, che ci spera, dovrà farsene una ragione.


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    IL TABELLINO

    Genoa-Napoli 1-2 (primo tempo 0-1)

    Marcatori: 39’ pt Ruiz (N); 24’ st Cambiaso (G), 40’ st Petagna (N)

    Assist: 39’ pt Politano (N); 24’ st Ghiglione (G), 40’ st Mario Rui (N).

    Genoa (3-4-1-1): Sirigu; Biraschi, Vanheudsen (22’ st Masiello), Criscito; Ghiglione (38’ st Behrami), Rovella, Badelj, Sturaro (22’ st Kallon), Cambiaso; Hernani (1’ st Pandev); Ekuban (1’ st Buksa). A disp.: Andrenacci, Melegoni, Portanova, Agudelo, Bianchi, Favilli, Serpe. All. D. Ballardini.
     
    Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (47’ st Juan Jesus); Fabian Ruiz, Lobotka, Elmas (47’ st Gaetano); Politano (37’ st Petagna), Insigne, Lozano (25’ st Ounas). A disp: Ospina, Marfella, Malcuit, Rrhamani, Palmiero, Zanoli. All. L. Spalletti.
     
    Arbitro: M. Di Bello di Brindisi; Assistenti: A. Giallatini e F. Preti; Quarto uomo: M. Gariglio; Var: M. Fabbri; Avar: M. Vivenzi.
     
    Ammoniti: 11’ pt Ekuban (G), 45’ pt Di Lorenzo (N); 4’ st Politano (N), 6’ st Criscito (G), 46’ st Mario Rui (N).
     

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