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  • Napoli, storia o leggenda: la conferma non dipende solo da Spalletti

    Napoli, storia o leggenda: la conferma non dipende solo da Spalletti

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Dopo lo scudetto, dopo le feste, dopo gli ammiccamenti di De Laurentiis e dopo la pec, a Napoli si parlerà nei prossimo giorni soprattutto della conferma di Luciano Spalletti. Resta o se ne va? Questo oggi può saperlo solo lui, anche se non dipende solo da lui. Spalletti è da sempre un personaggio particolare, vive di tormenti. Quando portò l’Empoli in Serie A, per lui era la prima volta, e si parla di trent’anni fa, decise solo un po’ di tempo dopo di restare sulla panchina del club di Fabrizio Corsi.

    La domanda che possiamo farci in questi giorni è se a lui convenga fermarsi a Napoli o cercare un’altra avventura e, al tempo stesso, quanto potrebbe perdere il Napoli con la sua partenza. C’è poi un’altra domanda che si stanno facendo in queste ore sotto il Vesuvio: se uno dei due artefici del trionfo napoletano, Giuntoli e Spalletti, uno solo dei due, dovesse andarsene, meglio tenere il diesse o l’allenatore? La risposta in questo caso dipende dalle scelte della società: se restano i giocatori di questo campionato, allora meglio tenere l’allenatore; se invece giocatori come Kim, Kvaratskhelia e Osimhen vengono ceduti, allora è preferibile tenere Giuntoli che, come si è capito bene nell’estate scorsa, sa dove pescare i degni sostituti. In realtà, il tifoso napoletano deve sperare che venga confermato l’intero gruppo, da Giuntoli a Spalletti ai giocatori. E’ stata questa la forza del Napoli. L’insieme.

    Torniamo a Spalletti. Resterà con le garanzie necessarie. Il suo lavoro è stato rapido e profondo, aggettivi che nel calcio si legano male ma che a Napoli hanno trovato invece una perfetta sintonia. Il primo scudetto puoi vincerlo di sorpresa (anche se in questo caso è stato stravinto, non vinto), il secondo lo vinci se sei davvero più forte. E per esserlo il Napoli ha bisogno che l’intero organico venga ritoccato. Perché oltre allo scudetto bis, l’anno prossimo questa squadra si presenterà in Champions non più come outsider ma come una protagonista di seconda fascia, dopo Manchester City, Bayern Monaco, Paris Saint Germain e Real Madrid. L’asticella non resta allo stesso punto di oggi, ma si alza, e per scavalcarla c’è bisogno di alzare anche la qualità.

    Oggi Spalletti è nella storia di Napoli e del Napoli. E’ il primo scudetto senza Diego, il primo scudetto di un’Idea che Luciano ha saputo realizzare insieme a De Laurentiis e Giuntoli. Per fare un passo in avanti, entrare nella leggenda e restarci per sempre ha due possibilità: rivincere subito il prossimo scudetto o conquistare la Champions. Quando Ranieri vinse clamorosamente il titolo della Premier League col Leicester, l’anno successivo venne esonerato perché il club pensava di avere uno squadrone del livello del City e del Chelsea. Un’assurdità. Ora, il Napoli ha davvero uno squadrone, e quest’anno si è visto, ma l’organico, le famose seconde linee, hanno la possibilità di migliorare. Spalletti resta se capisce che può entrare nella leggenda, dunque questa decisione non dipende solo da lui.

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