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    Napoli, l'evoluzione di Sarri

    Napoli, l'evoluzione di Sarri

    • Giovanni Scotto

    Cambia il Napoli. E lo fa costantamente da un anno e mezzo a questa parte. Maurizio Sarri è stato sempre accusato di essere un tecnico integralista. Che quando mette i paraocchi va avanti per la sua strada e non cerca mai di modificare il suo modulo o il suo modo di vedere il calcio. A quanto pare non è così. Ha bisogno del suo tempo il toscano di Figline Valdarno. D’altronde va ricordato che questo signore, quando mise piede a Castelvolturno, arrivava da una grande stagione all’Empoli con il 4-3-1-2. Modulo che avrebbe voluto sfruttare anche col Napoli ma dopo tre giornate di campionato capì che non era il caso passando così al 4-3- 3 che gli ha tolto tante soddisfazioni. Tatticamente è stato perfetto fino ad un certo punto, poi ci sono stati degli incidenti di percorso e si è preso anche delle critiche dure per il fatto di far giocare sempre gli stessi calciatori.

    Da un po’ di tempo a questa parte, però, qualcosa è cambiato. Sarri ha ridato forza al suo Napoli in tre mosse. Prima di tutto ha cominciato ad utilizzare più uomini della sua rosa. Era stato bacchettato perché si teneva stretto Rog, Tonelli, Giaccherini, Maksimovic. Con la Samp ha dato fiducia al suo difensore ai tempi dell’Empoli ed è stato premiato vincendo una partita proprio grazie al gol di Lorenzo. Adesso toccherà anche agli altri avere più continuità. Ciò che si è visto da fuori, poi, con Fiorentina e Doria è stata la voglia di non mollare. È venuto fuori un carattere che mai c’era stato quando si doveva recuperare il risultato. Ci si era sempre lamentati della “cazzimma” e finalmente si è vista. In ultimo Sarri non si è risparmiato col modulo.

    Ad un certo punto della gara con la Samp ha tolto Jorginho in cabina di regia e ha buttato dentro Gabbiadini avendo quindi quattro attaccanti e due centrocampisti offensivi. Si è corso sì qualche rischio ma in superiorità numerica ne è valsa la pena visto come sono andate le cose alla fine. Di sicuro queste situazioni potranno tornare utile per il futuro perché è inutile fossilizzarsi sulle proprie idee se non portano da nessuna parte. Ecco, quindi, che già domani con il Pescara, dovessero andare le cose diversamente da come si pensa, si potrebbe subito cambiare qualcosa a livello tattico. Vincere la prima di ritorno è fondamentale per poter mettere punti in classifica e pensare di conquistare nuovamente il secondo posto valido per l’accesso diretto in Champions League così come l’anno scorso.

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