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  • Napoli:| La difesa è un bunker

    Napoli:| La difesa è un bunker

    • G.S.

    Un muro colorato d'azzurro. Ed è inutile cercare crepe. La compattezza è evidente. Napoli, forza tre. E stavolta il tridente delle meraviglie non c'entra. L'attenzione è per l'altro terzetto. Quello arretrato. Elmetto e corazza per contrastare i rivali. Non si passa. Se n'è accorto pure il Catania. Assalto all'arma bianca per tentare il pareggio, il Napoli barcolla ma non cede. Dimostra di saper soffrire ma soprattutto non va tanto per il sottile. Missione compiuta e occhi che brillano per una metamorfosi sorprendente.

    L'avvio di campionato raccontava un'altra storia. Napoli sfilacciato e distratto. Nelle prime tredici partite, i gol sul groppone sono addirittura 14. Più di uno a partita, un rendimento troppo 'allegro' per cullare ambizioni importanti. Mazzarri lo sa bene e fornisce la sua spiegazione: 'Si gioca ogni tre giorni e non ho il tempo di curare i meccanismi. Vanno sempre oliati, lo diceva sempre anche Sacchi'. Evidentemente ne basta poco (di tempo) per invertire la tendenza. La ricetta diventa vincente. Il primo ingrediente è una dose massiccia di fiducia. I risultati (positivi) aiutano e la soglia d'attenzione aumenta. Hamsik, Lavezzi e soprattutto Cavani, poi, rappresentano una garanzia non da poco. 'Sappiamo - ha detto una volta Cannavaro - che prima o poi segnano. Quindi dobbiamo pensare solo a non prenderne'. Così, infatti, si vince. Uno in più degli avversari e il gioco è fatto. Il copione è improvvisamente diverso. Le successive tredici partite certificano i progressi: le reti al passivo sono solamente 8 (addirittura 5 nelle ultime 9).

    La media crolla (0,61 a gara) e il Napoli schizza in alto nella speciale classifica. Secondo posto (evidentemente è destino) a braccetto con la Lazio. Lassù c'è sempre il Milan. Il San Paolo è un fortino inespugnabile. De Sanctis ha subito l'ultimo gol a Fuorigrotta, in campionato, il 21 novembre (contro il Bologna). Mazzarri è soddisfatto, gli ingranaggi s'incastrano. E non dipende, ovviamente, soltanto dagli specialisti di ruolo. Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Grava (finché non si è infortunato) Santacroce e persino Cribari hanno sicuramente aumentato il rendimento, ma il segreto è un altro: 'La fase passiva deve partire dagli attaccanti'. In calce la firma del tecnico di San Vincenzo. Basta poco, ovviamente, per rovinare tutto. La disfatta col Chievo aveva peggiorato la statistica. L'allenatore azzurro se n’è accorto: 'Abbiamo preso due gol balordi'. Tre giorni dopo tutti a ripetizione a Castel Volturno. La lezione è servita. Contro Roma, Villarreal e Catania, porta chiusa nuovamente: a doppia mandata.

    (La Repubblica - Edizione Napoli)

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