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  • Napoli, Milik smentisce i medici: 'Quando torno? Spero in primavera'

    Napoli, Milik smentisce i medici: 'Quando torno? Spero in primavera'

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    Non è passato neanche un mese dall'infortunio al ginocchio subìto da Arkadiusz Milik durante il primo tempo della sfida tra Polonia e Danimarca dello scorso 8 ottobre. La lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro del centravanti ex Ajax è stato l'inizio dei problemi per il Napoli, ancora alla ricerca della migliore soluzione per sopperire all'assenza del polacco. Un'assenza che in tanti si auguravano da subito potesse essere più breve del previsto. "Può tornare in 99 giorni", aveva dichiarato il professor Mariani poco dopo averlo operato; "Tornerà a gennaio", gli faceva eco il suo agente. E invece, com'è normale con infortuni di questo tipo, il recupero sarà ancora lungo, come confermato dallo stesso Milik: "Spero di tornare in primavera".

    NIENTE FRETTA - Il centravanti ha parlato al portale polacco Sportowefakty, rivelando anche di aver passato momenti difficili: "Quando ho saputo la diagnosi ho pianto. I primi giorni ero depresso, ma alla mia età bisogna rialzarsi: ora mi sento sempre meglio. All’inizio ho guardato tutti i messaggi dei fan, poi ho voluto iniziare subito la riabilitazione. Al 99% in questi casi finisce con una lieve contusione. È il mio primo infortunio di questa gravità, ora svolgo almeno due sedute d’allenamento al giorno, alle 9 sono al centro sportivo e torno a casa alle 16, poi svolgo degli esercizi supplementari. Vado quasi ogni giorno in cyclette, a un ritmo molto lento. Sono ancora all’inizio del percorso. Tutto sta andando secondo i piani, non ho problemi con il ginocchio. Non è gonfio e non ci sono accumuli di sangue. Quando rientro? Non voglio sbilanciarmi. Non voglio avere fretta, ho ancora una carriera intera davanti. Quello che mi sto perdendo ora lo recupererò in seguito, tornerò in campo quando i medici mi giudicheranno guarito al 100%. Speriamo possa accadere in primavera. Com'è Napoli? Ad Amsterdam, dove vivevo prima, i giorni di sole potevi contarli sulle dita di una mano. Qui è diverso. Hanno anche insistito per regalarmi la mia statuina a San Gregorio Armeno. Qui tutto ruota attorno alla squadra, i giocatori spesso non pagano nei ristoranti. Io avrò pagato al massimo due volte su dieci ".

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