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  • Napoli-Sampdoria, Quagliarella: '2020 anno bastardo, che emozione giocare nello stadio Maradona'

    Napoli-Sampdoria, Quagliarella: '2020 anno bastardo, che emozione giocare nello stadio Maradona'

    Napoli-Sampdoria è una partita speciale per Fabio Quagliarella. L'attaccante blucerchiato ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Alla mia prima gara al San Paolo in maglia azzurra (30 agosto 2009) contro il Livorno tiro da centrocampo, prendo la traversa e mi viene subito in mente Maradona. Come in un flash, ho pensato: 'L'ultimo che ha tirato da qui in porta era un giocatore con i capelli ricci e il dieci sulla schiena'. Ho sempre detto negli anni successivi che avrei barattato i miei undici gol di quella stagione con quella rete da centrocampo. E alla domanda: 'Quanti gol hai fatto a Napoli?', avrei risposto: 'Uno, da centrocampo'. Sarebbe bastato e avanzato". 

    "Giocare allo stadio Maradona sarà un privilegio e una grande fortuna, da napoletano, anche se le emozioni si vivranno tutte sul momento. Per me non può essere una gara come le altre. La maglia numero 10 rappresenta Maradona, il giocatore che non è uguale agli altri in una squadra". 

    "Maradona è tutto per noi napoletani d'Italia e del mondo. In queste settimane ho letto e sentito tante cose su Diego. Ciò che più mi ha affascinato è stato leggere i racconti di chi è stato a contatto con lui e gli ha giocato al fianco. Era un buono, che ti aiutava sempre in campo e fuori. Lascia un vuoto enorme non solo in chi amava il calcio. Già osservando il modo in cui toccava la palla, capisci chi era. Di fronte a uno come lui, io che gioco al calcio, sono un dilettante. Lui era la massima espressione di questo sport". 

    "Mio papà era abbonato al Napoli, registrava tutte le partite in vhs e io da piccolo riguardavo tutti i suoi gol: è una malattia che mi ha trasmesso lui. Ma Maradona, a Napoli, va oltre. Era uno di famiglia: chi l'ha chiamato amico, fratello, padre. Ogni volta in cui lo nomini ti viene in mente quel che ha fatto a Napoli, con l’Argentina e nel mondo". 
    "A sette anni sono andato al San Paolo con papà per vedere Maradona, ma arrivati allo stadio scopriamo dalle formazioni che Maradona non gioca. Ci rimasi male. Non ho avuto la fortuna di vederlo giocare dal vivo, però a me piace capire cos’era lui in campo e nello spogliatoio. Penso alle immagini di quell’amichevole su un campo infangato (ad Acerra, gennaio 1985), che volle giocare per aiutare un bambino malato, andando contro il volere della società.Un’umiltà pazzesca: se penso che oggi, sono il primo ad ammetterlo, mi lamento se il campo ha una mezza buca, e poi vedo quelle immagini... dovremmo stare zitti per l'eternità". 

    "Deluso di non essere stato legato più a lungo al Napoli? Quell'anno tornammo nelle coppe e fu comunque una stagione positiva. E poi sono felice ed orgoglioso di fare parte di un club come la Sampdoria, per quello che sto facendo e per quanto ha fatto per me". 
    "Questo 2020 è stato un anno proprio bastardo, che ha sconvolto l'umanità. Quando se ne va anche un giocatore come Pablito Rossi, entrato nella storia e che ha reso orgoglioso tutti gli italiani... Spero che finisca presto". 

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