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  • Napoli, San Paolo:| Lo stadio della discordia

    Napoli, San Paolo:| Lo stadio della discordia

    • G.S.

    Luci e ombre al San Paolo. Non c'è tempo di godersi record di presenze e di incassi di questa stagione memorabile che arrivano le brutte notizie. Da lunedì è iniziata la rincorsa affannosa del club al rifacimento del manto erboso. Troppo tecnico il Napoli di Mazzarri, con le giocate di quei tre tenori lì davanti, troppo importanti invenzioni e verticalizzazioni per rischiare errori involontari sull'erba del San Paolo. Il rizollamento dovrà essere ben completato per quando arriva il Villarreal di Europa League (il 17 febbraio, ma da oggi sono in vendita già i biglietti nelle rivendite tradizionali), poi ci sarà il Catania e le altre sei partite del girone di ritorno.

    Il San Paolo al centro dell'attenzione, sempre e comunque. Incassi e medie spettatori ce le invidiano i club di mezza Europa (e non solo quelli). Ci invidiano meno la struttura, vecchia di 51 anni, fatiscente, bucata. Allo stadio entrano da ogni parte, e gratis, allo stadio giocano a pallone di nascosto (e vandalizzano; ricordate la domenica prima del Liverpool), sempre allo stadio qualche volta rubano pure l'incasso (vedi Napoli-Lecce). Ma al momento, è troppo complicata l'idea di uno stadio da costruire lontano da Fuorigrotta. Se ne riparlerà, forse, con il nuovo sindaco, in primavera.

    Altre ombre. All'orizzonte non è mai scomparso l'incubo della squalifica del campo. Sì, perché le istituzioni calcistiche internazionali non sono tenere con i club che non rispettano le regole e le ammende (tantissime, 188mila euro tra serie A ed Europa League) sono l'anticamera delle squalifiche. Un pericolo da scongiurare, godendosi il calcio, dimenticando i petardi.

    (Leggo - Edizione Napoli)

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