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  • Napoli, tutti i motivi per cui i tifosi disertano il San Paolo

    Napoli, tutti i motivi per cui i tifosi disertano il San Paolo

    • Antonio Martines
    A Napoli c'è stato un tempo in cui uno stadio come l'Azteca sarebbe risultato piccolo per contenere l'immensa passione del tifo partenopeo. Quello era il tempo di Maradona e degli scudetti, un tempo in cui il San Paolo ribolliva di una passione sfrenata e smisurata, tanto che al confronto persino il Maracanà dei tempi di Zico sarebbe sembrato un ambiente tiepido e compassato. In quelle domeniche anni '80, al San Paolo non si presentavano mai in meno di 60.000 e quando c'erano gli scontri contro la Juve di Platini, l'Inter di Matthaus o il Milan di Gullit e Van Basten, si arrivava a sfiorare le 90.000 presenze in quello che all'epoca era lo stadio più capiente d'Italia. In quegli anni il Napoli coltivava sogni e suggestioni di proporzioni grandiose, per farsene un'idea basta dare un'occhiata ai filmati della cavalcata che fini con la conquista della Coppa Uefa 1988/89, i pienoni di quelle partite erano qualcosa di veramente epocale, oltreché spettacolare, e nel resto d'Europa potevano essere paragonati solo a quelli del Camp Nou e del vecchio Da Luz del Benfica.

    E oggi? Se i tifosi del Napoli di allora avessero avuto la sfera di cristallo per vedere avanti negli anni – e quindi oggi – probabilmente sarebbero caduti nello sconforto più totale o molto più semplicemente non avrebbero creduto ai loro occhi. Le domeniche del Napoli negli anni dieci del terzo millennio, si svolgono in uno scenario surreale, visto che ormai il San Paolo è perennemente semi deserto oltreché decisamente fatiscente. Eppure la squadra è forte,e può contare su un grande allenatore come Sarri e su giocatori come Hamsik, Insigne e l'ultimo arrivato Milik. Dove sta quindi l'errore, perché quest'anno Il Napoli si dovrà accontentare di soli 6.000 abbonati?

    Il problema principale che spinge sempre più tifosi a disertare il loro stadio è indubbiamente il caro abbonamenti, se ci riferiamo alla sola curva, questa è salita dai 275 € dello scorso anno (prezzo che era in vigore dalla stagione 2011/12) ai 330 € della stagione attuale. Anche per quanto riguarda i biglietti le cose non stanno affatto meglio visto che le curve hanno un prezzo che oscilla dai 25 € ai 40 €, e tutto questo ha scatenato il malcontento nella tifoseria napoletana, che non più tardi di eri ha addirittura organizzato un sit-in davanti al comune, all'interno del quale si riuniva la commissione Sport per discutere sui lavori di ristrutturazione dello stadio.

    Analizzando la situazione dall'esterno possiamo vedere che ci sono tre attori (tutti importanti) che però non interagiscono – o quantomeno lo fanno male – tra di loro, e questi sono: i tifosi napoletani, il presidente De Laurentis e il comune di Napoli. La sensazione che se ne ricava è che tutti e tre hanno – in parte – ragione.

    Partendo quindi dai tifosi, possiamo dire senza ombra di dubbio che la tifoseria azzurra al San Paolo sta subendo un'emorragia che va avanti ormai da molti anni, precisamente dalla stagione 2008/2009, quella del grande ritorno in Serie A, fino a quel momento il Napoli, persino negli anni bui della difficile risalita, aveva sempre potuto contare su una presenza fissa di abbonati che si aggirava sulle 23.000 unità, ma proprio quella della risalita in Serie A, fu l'ultima stagione con un simile bacino d'utenza. Nella stagione successiva infatti furono staccati ben 6.000 abbonamenti in meno, e il leggero rincaro dei prezzi da 220 a 250 € spiega fino a un certo punto un simile crollo. Ma ancora peggio andò l'anno dopo, perché con l'introduzione della tessera del tifoso si passò addirittura da 17.000 a soli 12.000 abbonati, cifra che resiste per circa un triennio salvo poi scendere di altre 4.000 unità nella stagione 2014/15, per arrivare infine ad una presenza di soli 6.500 abbonati nel corso della stagione scorsa. Da un simile quadro è facile capire che i tifosi azzurri si sono stancati di andare allo stadio per almeno 3 motivi: il rincaro dei biglietti, l'introduzione della tessera del tifoso e soprattutto le condizioni fatiscenti del San Paolo.

    Il secondo attore protagonista è ovviamente il presidente De Laurentiis che proprio in questi giorni ha lanciato una provocazione delle sue, (e voglio ben credere che sia una provocazione, altrimenti sarebbe veramente grave) dicendo che avrebbe in mente di chiedere i permessi per uno stadio da soli 20.000 posti...una provocazione appunto, ma sufficiente ad esasperare gli animi di una tifoseria che ormai non ne può più di simili atteggiamenti e che vorrebbe solo ritornare a vedere le partite in uno stadio decente e a prezzi ragionevoli. Una tifoseria che è disposta a superare tutto, anche il tradimento di Higuain e certe frasi dello stesso De Laurentiis, che quest'estate nel bel mezzo della trattativa con la Juve diceva: ''La Juventus è una società seria e molto intelligente e capisce che non può fare questo torto al Napoli. E' una società di razza, non è arrivata sul mercato ieri. Hanno vinto tanti scudetti e sanno perfettamente che è una battaglia persa perché se lo facesse diventerebbe una squadra estremamente antipatica ecc.. ecc..”. Ma come detto all'inizio – al netto di tutto ciò – anche De Laurentiis ha ragione, perché sono anni che bussa al comune per discutere di progetti per la realizzazione di un nuovo stadio, senza risposta però.

    Per quanto riguarda l'ultimo attore: ovvero l'amministrazione della città, dà la sensazione di non prendere posizione e di voler rimanere defilata il più a lungo possibile, forse perché – evidentemente – ha ben altri problemi da affrontare...

    In pratica siamo in una sorta di mare magnum in cui tutti sembrano navigare a vista, e quindi è praticamente impossibile prendere delle decisioni a lunga scadenza. L'unica soluzione possibile potrebbe essere quella di aprire un tavolo di discussione al quale possano partecipare tutti gli attori per prendere delle decisioni provvisorie che possano servire a riavvicinare la società e la tifoseria. In tal senso quello disposto a fare il primo passo, dovrebbe per forza di cose essere il presidente, e la prima mossa da fare non potrebbe essere che quella di abbassare immediatamente il prezzo dei biglietti. Una mossa coraggiosa certo – oltreché rischiosa – ma che avrebbe degli effetti immediati, regalando una cornice di pubblico degna di questo nome al Napoli, ridando soprattutto entusiasmo all'intera tifoseria azzurra, e nuova benzina per la corsa allo scudetto. In questo caso però, non ci sarebbero più alibi per disertare lo stadio. Secondo voi si può?

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