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  • Napoli, vittoria da grande squadra: ma la concentrazione e Mertens sono guai

    Napoli, vittoria da grande squadra: ma la concentrazione e Mertens sono guai

    • Giancarlo Padovan
    Il Napoli non sbaglia un colpo e a Benevento, per come era cominciata la partita, si poteva anche sbagliare. Non conta che la squadra di De Zerbi sia ultima (e staccata) in classifica. Conta, invece, che il mercato l’abbia cambiata e che la diversità si sia vista questa volta e si possa vedere ancora.

    Probabilmente è tardi per salvarsi, ma chi affronterà il Benevento deve sapere che la situazione è migliorata
    sia per il lavoro dell’allenatore, sia per gli interventi della società. 

    Il Napoli ha faticato almeno per i primi dieci minuti. Non ha rischiato di subire gol, ma è stato costretto a inseguire gli avversari che arrivavano sempre primi sulla palla, rovesciavano l’azione con grande velocità, ricevevano la sfera sempre in movimento.

    Per Sarri non si è trattato di prendere le misure al Benevento, ma di far tornare il Napoli a giocare come sapeva e sa. Per la verità un colpo di freno all’avversario non lo ha messo la qualità della manovra, ma la qualità degli interpreti. Da un’azione estemporanea, infatti, Insigne ha controllato palla e poi cercato il pallonetto su Puggioni. Esecuzione riuscita al 90 per cento, visto che la traversa ha respinto il tiro. 

    E’ bastata l’avvisaglia per ricalare il Napoli sul terreno che meglio conosce. Quello dove la palla va mossa con fraseggi stretti e precisi, massimo due tocchi, cambi di campo a cercare gli smarcamenti sul versante opposto, molta attività sulle fasce (meglio la destra della sinistra). 

    Tuttavia anche il gol dell’1-0 è disceso da un numero personale di Mertens che, ricevuta palla in area, ha “sterzato” con grande maestria e concluso con un altro pallonetto - questo da posizione defilata rispetto a quella centrale di Insigne - che ha trovato l’angolo opposto. 

    Il quattordicesimo gol del belga ha rimesso la partita completamente nelle mani del Napoli. Di occasioni non se ne sono viste molte (tiro di Mertens deviato da Puggioni), però il controllo, attraverso il possesso palla, è stato quasi totale.

    Dico quasi perché, all’improvviso, si è acceso il Benevento con un’azione di Guilherme. Sulla sua conclusione imprecisa è piombato Djuricic che incredibilmente ha spedito fuori. 

    Eravamo al 40’ e quel pallone avrebbe potuto dare l’avvio ad un’altra partita, questa volta di soli 50 minuti. Non so come avrebbe reagito il Napoli, probabilmente avrebbe vinto lo stesso, ma resta il fatto che ha concesso un’opportunità significativa, come quasi mai accade, quando gli azzurri sono in vantaggio.

    Che ci si trovi di fronte ad un Napoli che sta lentamente cambiando pelle (più cinico, più parco, più opportunista) è pensabile anche raccontando il secondo gol, quello che ha chiuso il confronto dopo due minuti della ripresa. Venuti ha sbagliato un controllo poco fuori della propria area, Allan di prima ha pescato Callejion a destra, lo spagnolo, sempre di prima, ha smistato a Hamsik (dalla parte oppposta) che ha messo dentro. 

    Gol da grande squadra che poi, però, ha creduto che la partita fosse davvero finita (e questo non è da grande squadra). Per il Benevento, evidentemente, non è stato così se all’11’ Costa ha conquistato un calcio di rigore per netto fallo di Koulibaly. Il rigore non è stato mai battuto (era pronto Guilherme, ma il Var ha ravvisato un fuorigioco di Sandro nello svolgimento dell’azione e ha indotto Di Bello all’annullamento della sua decisione), ma l’episodio certifica che la gestione del risultato non va di pari passo con la gestione dell’attenzione.

    Infatti, mentre la panchina napoletana esultava, Sarri se la prendeva con i propri giocatori.

    Può darsi che quella descritta sia una fase di crescita delle consapevolezze. Può darsi che sia stato solo un allentamento della tensione, sta di fatto che una partita archiviata poteva essere riaperta.

    Vale il discorso di prima. Il Napoli quasi sicuramente l’avrebbe vinta, ma forse avrebbe fatto più fatica a ritrovare la giusta tensione emotiva e agonistica.

    Problema Mertens. L’attaccante, colpito duro da Djimsiti (ammonito), è uscito per una probabile distorsione alla caviglia sinistra. In teoria non rischierebbe la partita di sabato sera, contro la Lazio, al San Paolo, ma il livello di guardia è già alto. A Benevento, complice l’assenza di Ounas, il Napoli non aveva punte in panchina.   

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