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  • Ancelotti, aveva ragione Sarri: Mertens e Fabian sono imprescindibili

    Ancelotti, aveva ragione Sarri: Mertens e Fabian sono imprescindibili

    • Marco Giordano
    Poco più di un mese fa, l'8 ottobre scorso, poche ore dopo il successo per due a zero sul Sassuolo, scrissi di una gestione ancelottiana che può vivere di turn-over, ma con gerarchie che non potevano che cristallizzarsi nell'arco della stagione. Quella sera fu chiaro che Rog e Diawara non fossero pronti per grandi sfide, ancora senza il passo del mediano, quello che ti apre il campo quando la palla è tua e lo chiudono quando lo strumento per giocare al calcio è degli avversari. Da quel momento in poi, Diawara e Rog il campo lo hanno visto pochissimo, si parla già di prestito a gennaio, con procuratori che usano impropri uffici stampa per far filtrare messaggi di disagio.

    Nello stesso editoriale, si posero quesiti molto seri su Milik: il giochino del 'chi butti dalla torre' mettendolo al confronto con le altre prime punte delle squadre top potrebbe non bastare più. Il Napoli ha un problema con i polacchi e con Milik soprattutto. Una grande occasione con il Genoa nei 46 minuti del Ferraris, scanditi da una grande parata di Radu, ma anche dalla consapevolezza che Icardi, ad esempio, lì quasi certamente l'avrebbe messa dentro. Il corto circuito ancora più grave nasce da un mancato feeling. Arek quasi si nasconde sul terreno di gioco, non riesce a trovare sinergie e sintonie, non percepisce le presenze e gli spostamenti dei compagni, non ne detta passaggi e movimenti. Se non dai, allora non ricevi: così, pure quando arriva una buona intuizione, non viene premiata da un tocco, da un'apertura, dalla fiducia.
    I NUOVI TITOLARISSIMI. Quello che ne nasce è un Napoli gattopardiano. Tutto deve cambiare affinché nulla cambi si legge nell'immensa opera di Tomasi di Lampedusa. Perché puoi provare a gestire le risorse, a dare più minuti a tutti: la verità è che da Sarri ad Ancelotti il discorso cambia poco. C'è un nucleo di calciatori che ti fanno vincere le partite ed ambire ad alti livelli. Può variare, da anno ad anno, questo nucleo: ma, la sostanza non cambia. Gli altri del gruppo, con geometrie variabili, devono accettare il ruolo di comprimari, anche perché non riescono a mettere in discussione le scelte. Se Mertens fa, col campo ridotto ad uno stagno, tutto quello che avrebbe dovuto fare Milik è lo specchio di come Mertens si possa sentire legittimato a chiedere per sé una maglia da titolare, mentre Arek non può che fargli da riserva. Vale per la prima punta, per i centrocampisti e non può non valere anche nel dualismo Fabian-Zielinski: è inutile sottolineare quanto sia stato decisivo lo spagnolo contro il Genoa, è giusto capire che Piotr, classe '94, ha ancora qualche la chance di mettere in difficoltà Ancelotti. Ma, deve cancellare l'incostanza dal suo modo di essere, altrimenti resterà un eterno incompiuto.

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