Re per una notte. La vittoria contro il Chievo ha regalato al Napoli una serata da primato che ha segnato il ritorno alla vittoria degli azzurri, dopo i patemi di febbraio, oramai alle spalle. Sorride Sarri e può tirare un lungo sospiro di sollievo dopo la grande paura avvertita all’inizio della partita quando Chiriches, incartandosi su se stesso, ha regalato al Chievo il pallone del momentaneo vantaggio. Sembrava prendere corpo l’ennesima serata balorda, segnata dalla sfortuna e dall’imprecisione. La reazioni è stata però veemente, il Napoli ha subito pareggiato i conti e ha messo sotto gli avversari, costruendo palle gol in serie ma concretizzando poco. Un po’ di superficialità nelle giocate quando invece sarebbe stata utile la sciabola e non il fioretto.

I partenopei hanno dominato sul piano del gioco, stabilendo un predominio territoriale netto ma sono apparsi a tratti arruffoni, deconcentrati, mentalmente stanchi. La stanchezza fisica, esclusa dal tecnico, forte dei dati sciorinati nella conferenza stampa di vigilia, sembra però giocare un ruolo non marginale nella scarsa brillantezza di alcuni azzurri, apparsi appannati e comunque lontani dagli standard di rendimento del girone d’andata. La vittoria (ottenuta con pieno merito) attenua le criticità legate alla prestazione, buona ma non ancora convincente e rilancia le ambizioni tricolore, vive più che mai. Ma la storia è sempre la stessa: lo scudetto si fa se la Juve si ferma: e quindi tutti a tifare Sassuolo, sperando di arrivare a domenica con almeno il “-3” ancora intatto.