Napolimania: Gattuso non è Sarri, dettagli e retroscena dell'accordo di rinnovo con De Laurentiis
Si sono studiati a lungo De Laurentiis e Gattuso, con il presidente diventato ormai un provetto psicologo. Ha imparato a conoscere le persone prima ancora che le stesse si manifestino nei loro pregi e, soprattutto, nei loro difetti. Poi, sabato 31 ottobre si sono incontrati, si sono guardati a lungo negli occhi e si sono stretti la mano a Castelvolturno, senza la necessità di filtri, di soggetti per la mediazione come Giuntoli o Chiavelli. Il segreto del successo nella crescita del Napoli attuale sta proprio nel rapporto franco e diretto tra il presidente e l’allenatore. Abolita la clausola rescissoria da 10 milioni di euro che il presidente aveva prospettato a Gattuso e che Ringhio aveva subito rigettato, sostenendo che non serviva, perché lui non avrebbe firmato, in virtù di un principio che lo caratterizza da sempre: quando avverte che una società non nutre più in lui la stessa fiducia, si dimette e lascia, senza chiedere nessun bonus d’uscita, né tantomeno va a trattare economicamente la risoluzione.
L’esperienza di Gattuso al Milan è stata già una base concreta sulla quale De Laurentiis ha potuto iniziare a credere di fidarsi di Ringhio, poi il dialogo onesto e franco avuto nell’arco di 11 mesi ha fatto sì che il rapporto tra di loro si saldasse nelle reciproche sfumature e contraddizioni, pur scontrandosi quando serve per arrivare ad una decisione, tecnica o di mercato, che sia la migliore per la crescita del Napoli. Da lunedì in poi, ogni giorno potrebbe essere quello giusto per dare l’annuncio: Gattuso resterà a Napoli fino a giugno 2023, con un ingaggio da 1,9 milioni di euro fino a giugno prossimo, per poi passare a 2,2 milioni annui più bonus fino alla scadenza naturale dell’accordo preso con De Laurentiis. Un accordo da uomo a uomo, come sempre si sono parlati De Laurentiis e Gattuso.