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  • Napolimania: Higuain, Cavani e Lavezzi. Un film già visto

    Napolimania: Higuain, Cavani e Lavezzi. Un film già visto

    La crisi del terzo anno. Un vecchio ritornello che tormentata le estati del Napoli, alle prese con la grana dei rinnovi contrattuali dei suoi uomini di punta. L’ultimo, prima di Higuain, fu Edinson Cavani, protagonista di uno splendido triennio partenopeo. Da punto d’arrivo a trampolino di lancio: la voglia di misurarsi in un altro campionato, di competere per la Champions, un prolungamento annunciato in pompa magna e poi disatteso di fronte alla pressione del Psg, più forte dell’ingombrante clausola rescissoria, pari a sessantaquattro milioni e spiccioli. L’addio e il tradimento, la delusione enorme, per nulla ammorbidita dalla succinta lettera d’addio dell’attaccante uruguaiano, dimenticato e fischiato alla prima occasione, quando a un anno dall’addio si ripresentò da avversario al San Paolo, guadagnandosi insulti e improperi di ogni tipo.

    Amore e odio, ferite ancora aperte, dipinte sul volto sorpreso e stizzito del “Matador” che proprio non gradì quell’accoglienza ostile. Andò meglio a Lavezzi, protetto dal “popolo” per i suoi accenti da scugnizzo impenitente che ne coprivano le malefatte. Cinque anni di passione, di dribbling ubriacanti e di problemi extracalcistici. La voglia di mollare, il pressing di De Laurentiis e l’addio tra le lacrime, con la coppa Italia in bacheca. Ancora oggi il “Pocho” può fregiarsi dell’affetto imperituro di gran parte della piazza che proprio non riesce a volergli male. Il carattere espansivo e l’atteggiamento goliardico giocano a suo favore, così come il paese di nascita, per ragioni più che ovvie. Oggi tocca a Higuain sconquassare la già ambigua serenità dell’ambiente, con le dichiarazioni di rottura del fratello-agente che ha lanciato di fatto un aut aut al Napoli: “O va via o resta senza rinnovare”. Tre anni per rompere un idillio che sembrava indissolubile. Nemmeno l’addio di Benitez aveva cambiato i piani del calciatore, rapito da Sarri e deciso a riconquistare la Champions con la maglia del Napoli.

    L’ultima stagione ha restituito agli azzurri palcoscenici europei lasciati da due anni e al Pipita la certezza di essere tra i più grandi attaccanti del panorama mondiale. Le premesse giuste per monetizzare, al di là dei vacui discorsi sul progetto non all’altezza che non reggono di fronte alle reali intenzioni di Higuain. Uno specchietto per le allodole per non rompere con i tifosi, per gettare ogni responsabilità sulla società, rea di non aver costruito una squadra all’altezza. E’ il gioco delle parti, un tira e molla per ora senza vincitori.

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