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  • Il Sarrismo in Champions non basta! Europa League ostacolo per lo scudetto

    Il Sarrismo in Champions non basta! Europa League ostacolo per lo scudetto

    • Marco Giordano
    Il presupposto di partenza è meglio chiarirlo subito: quello dei 180 minuti contro il City è stato un buon Napoli, a tratti ottimo, che non ha sfigurato al cospetto della capolista delle Premier League che oggi è lecito considerare probabilmente la miglior squadra d’Europa, o quanto meno una delle primissime. Il Napoli però è primo con enorme merito in Serie A ed è nel nostro campionato la squadra che da quasi un intero anno solare fa meglio di tutti: in termini di gioco e anche in termini di risultati. La squadra di Sarri, per tanto, non ha più gran che da dimostrare. La squadra di Sarri oggi queste partite deve provare a vincerle e se non vi riesce non sarà certamente una tragedia, ma queste sconfitte serviranno per analizzarne i limiti e non ancora le ormai note virtù.
     
    L'UTOPIA E LE LACUNE -
    Il primo limite è evidentemente di concetto: vincere attraverso il dominio della partita può essere una missione utopistica quando affronti corazzate decisamente più forti nei valori. Non è un caso che al Napoli di Sarri, sinora riuscito a battere quasi chiunque in casa e fuori (il rendimento esterno è cresciuto in maniera esponenziale proprio perché in virtù di questa filosofia il fattore campo conta meno), manca ancora la grande impresa. Il Napoli di Mazzarri, che un City diverso (ma era diverso anche il Napoli) lo aveva battuto ed eliminato dalla Champions, affrontava queste partite con le sue armi. Non potendo permettersi una guerra aperta, la portava su una guerra di trincea. Ovviamente non è detto che un calcio di ripartenze sarebbe bastato per battere Guardiola, il Napoli di oggi probabilmente non sarebbe neanche in grado di interpretarlo, ma è chiaramente più difficile pensare di voler battere dominando e nascondendo il pallone squadre di questo tipo. Lo si può fare per mezzora, sprigionando il massimo dell’intensità come accaduto ieri e a marzo contro il Real Madrid. Ma è difficile immaginare che quel ritmo lo si possa tenere per 90 minuti, forse è umanamente impossibile. E allora vengono fuori i limiti, specie della rosa: morto un Ghoulam non se ne fa un altro, i meccanismi sono talmente consolidati che togliere a freddo una pedina in una zona nevralgica può inceppare tutto l'ingranaggio e soprattutto le buone vecchie palle inattive, o meglio, le palle alte in generale. Giacché il Napoli è tra le squadre che concede più conclusioni aeree in assoluto a livello europeo. Difetti di fisicità, vero. Di giocatori che giochino a calcio con la qualità e la rapidità di esecuzione di quelli che ha il Napoli e che al contempo abbiano una struttura fisica importante probabilmente De Laurentiis per motivi di budget non potrebbe mai acquistarne. Ma forse c'è anche qualcosa che non funziona nella marcatura ed a cui chissà se si è mai provato a porre un rimedio vero, fermo restando che scegliere tra difesa a uomo e difesa a zona è un po’ come scegliere tra destra e sinistra: si può avere un proprio orientamento, senza che ci sia un’idea per definizione migliore dell’altra.
    La grande rivoluzione di Sarri, dunque, in Europa al momento non basta. Quanto meno non al cospetto di queste squadre.

    SPETTRO EUROPA LEAGUE - Tuttavia se il Napoli è con un piede fuori dalla Champions (allo Shakhtar basta un punto nelle ultime due partite o una differenza reti migliore in caso di doppia sconfitta senza concedere più di un gol di scarto al San Paolo) non è tanto per questi due KO con il City, ma per la prima, sottovalutata, sconfitta in Ucraina. Da lì si sviluppò la tesi secondo la quale le attenzioni del Napoli di quest’anno siano maggiormente rivolte al campionato. Discorso concettualmente difficile da accettare a questi livelli, ma in fondo in fondo comprensibile: con la riforma che permette l’accesso diretto alla Champions per quattro squadre italiane senza passare dai preliminari, il Napoli sembra destinato a doverne giocare tante di partite come quella di ieri ed ha tempo per migliorarsi e crescere ancora a questi livelli. Di essere a Kiev il prossimo maggio, agli azzurri non lo chiedeva nessuno, mentre un’occasione come questa in Italia è molto più difficile che si vada a riproporre così marcata in futuro. Il problema è che non c’è una proporzionalità inversa definita tra mancato passaggio del turno e chances scudetto. Anzi. Al di là del contraccolpo psicologico, che sarebbe comunque pesante date le aspettative che c’erano in città, l’Europa League sarebbe una mazzata anche a livello di programmazione: due partite in più a febbraio e quell’obbligo morale di onorare la competizione che per quanto turnover si possa fare, qualcosa andrebbe a togliere comunque.

    TEGOLA GHOULAM - 
    Un’arma in meno intanto, purtroppo, il Napoli ce l’ha già. L’infortunio di Ghoulam è una botta dolorosissima e l’incertezza che Sarri ha dimostrato in conferenza riguardo la condizione di Mario Rui fa sorgere qualche dubbio sulla programmazione estiva. Vedergli eventualmente preferito un Hysaj fuori ruolo a Verona non sarebbe un bel segnale, aspettando di vedere cosa succederà adesso con il rinnovo dell’algerino, che sembrava finalmente a un passo, e che il Napoli immaginiamo andrà a chiudere comunque, ma chissà se proprio alle stesse condizioni: Zuniga docet.
     
     

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