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  • Napolimania: la Juventus ha già perso, è il trionfo della rivoluzione di Sarri

    Napolimania: la Juventus ha già perso, è il trionfo della rivoluzione di Sarri

    • Marco Giordano
    Il Napoli non ha ancora vinto nulla, ma la Juventus ha già perso: al di là dei titoli, è stata sconfitta dal peso della storia. Il colpo di testa di Koulibaly è stata la sentenza che ha certificato il successo della rivoluzione sarrista, di un modo diverso d'intendere il calcio, di un'evoluzione lontana, troppo lontana da una Signora apparsa più vecchia che mai a cospetto di una Dama partenopea giovane, splendida, quasi accecante nella sua statuaria bellezza. Ieri il Napoli ha chiuso per 96 minuti la Juventus nella sua metà campo, l'occasione di Pjanic su un calcio di punizione deviato è l'emblema di quanto estemporanea e casuale sia stata la costruzione della manovra di Higuain e compagni. È stata la grande vittoria del Napoli anche e soprattutto da questo punto di vista: non prenderle non vuol dire smettere di giocare. Non prenderle, nel calcio insegnato dal Napoli all'Europa interna nel 2018, vuol dire rintanarsi e ripartire, vuol dire altro.

    QUESTIONE DI BARICENTRO - Fare calcio nel 2018 vuol dire avere il baricentro fissato a 53.95 dalla tua porta, ovvero avere il posizionamento medio della squadra nella metà campo avversaria, mentre quello della capolista era a 45 metri dalla propria porta, nella sua trequarti, rintanata ad aspettarti. “Doveva finire 0-0” è stato il leitmotiv di Allegri e di altri esponenti di casa Juve al termine della gara: è questa l'idea di football italiano che la rivoluzione sarrista ha cancellato ieri sera. È stato il trionfo di un nuovo concept che sarà, al di là dello scudetto ed anche aldilà di Sarri, portato avanti nei prossimi anni dai Giampaolo, dai De Zerbi e da tanti altri tecnici che puntano a fare e non a distruggere, a costruire e non a limitare.

    UNA RIVOLUZIONE DI GIOIA - Se la rivoluzione ha già vinto, lo deve anche alla forza straordinaria dei suoi militanti: undici su un terreno di gioco, milioni all'esterno. L'afflato che si è creato tra questa squadra e i suoi supporter va oltre la semplice passione. Dieci, quindici c'è chi dice anche ventimila persone questa notte a Capodichino: traffico in tilt, in città un desiderio folle di sentirsi uniti ad un gruppo che festeggia nello spogliatoio intonando i cori della Curva. È impossibile non emozionarsi osservando queste scene, anche da spettatore neutrale, è stupendo da cronista poterle raccontare. Ed è semplicemente impossibile non pensare che nei 248 cm saltati da Koulibaly per trafiggere Buffon non ci sia stata anche la spinta di milioni di cuori che hanno un sogno nel cuore...
     

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