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  • Milik, il bomber meno forte delle top 6 in Italia: è l'uomo giusto per Ancelotti?

    Milik, il bomber meno forte delle top 6 in Italia: è l'uomo giusto per Ancelotti?

    • Marco Giordano
    Che siano due punti persi quelli di Belgrado non ci sono dubbi. Perché il tanto temuto Marakanà è stato passionale ma non trascinante, perché lo Cvrena Zvezda o Stella Rossa che dir si voglia ha mostrato quelle lacune che lo renderanno squadra da quarto posto nel girone, salvo che qualche dio del calcio non voglia fare dispetti di particolare portata. Così come appare quasi una frutto della fatalità che con venti tiri, di cui sette nello specchio ed uno sulla traversa a portiere battuto, il Napoli non sia riuscito a vincere nella prima giornata di Champions.

    'A CAZZIMM - Facendo passare qualche ora dal match, la riflessione fa arrivare la mente al passato, quando si diceva che al Napoli mancava la cattiveria tutta propria della Juventus, quella che da queste parti definiamo come 'a cazzimm. Tecnicamente, è andata così: perché al netto del legno colto da Insigne, le occasioni di Zielinski, Milik e Mertens sono legate da un filo rosso che sembrava spezzato da diverso tempo, da quando il Napoli era una macchina, quasi, perfetta in zona gol. Ed è sbagliato parlare di partita stregata: la consapevolezza che non è stato fatto il massimo, vista la caratura degli avversari è stata espressa dagli stessi protagonisti nel post-gara. Eppure, va detto da subito, la gestione della gara da parte di Ancelotti è stata azzeccata: senza un riferimento a centrocampo vero, cercando di far transitare il gioco sulle catene, trovando da subito il modo di cancellare l'aggressività allo Cvrena Zvezda attraverso un fraseggio ampio che poi si trasformava in verticale.

    PARAGONI SCOMODI - Una gara del genere, ovviamente, viene il più delle volte risolta dalla punta, da chi è deputato a far gol. In un momento di appannamento di Mertens, Milik continua a non apparire l'uomo sul quale scommettere tutte le proprie fiches. Nella serata in cui Icardi fa il fenomeno, i paragoni vengono fuori piuttosto naturali. Se si considerano tutte le big del campionato, dalla Juve alla Lazio, la punta titolare di ognuna di queste formazioni potrebbe, in questo momento storico, essere considerata superiore a Milik: forse, nessun allenatore delle squadre top nostrane cambierebbe il suo centravanti con Milik. I crociati, la concorrenza di Mertens ed altri fattori hanno inciso. Da ora, però, starà al polacco non far aumentare i rimpianti di sogni estivi mai concretizzati. 
     

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