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  • Napolimania:| La rivoluzione di Aurelio

    Napolimania:| La rivoluzione di Aurelio

    Era entrato nel calcio timidamente, ammettendo di non capirne nulla. E pensare che già all'epoca dell'ultimo Ferlaino, Aurelio De Laurentiis si era affacciato inutilmente sul Golfo per dire che era interessato al Napoli. Il suo approccio, sponsorizzato dal contestatore Tullio Maddaloni, fu praticamente ignorato. Aurelio non scelse la sponda giusta: troppo estremo il suo 'sponsor', che era noto, all'epoca, per le furiose invettive contro la società azzurra. Il produttore cinematografico, dopo essere stato snobbato, si defilò senza fare rumore, ma nessuno conosceva la sua caparbietà. De Laurentiis ha così aspettato che il 'morto' passasse sul fiume, per poi dare corpo al suo progetto. E chissà se quando comprò il Napoli fallito, De Laurentiis davvero credeva nelle cose che oggi dice, e che fa. O magari la sua convinzione è nata strada facendo. Da sempre propositore di idee innovative, forse anche troppo, De Laurentiis non ha mai temuto di annoiare i suoi interlocutori, predicando in modo prolisso un calcio nuovo e moderno.

    Il presidente del Napoli piano piano sta modificando il mondo attorno a lui. E' rimasto deluso chi credeva che sarebbe stato il mondo del calcio a cambiare De Laurentiis. Macché. Un passo alla volta, Aurelio sta irrompendo in questo mondo con sempre maggiore slancio: le sue conferenze stampa fiume, dove tocca gli argomenti più imprevedibili e disparati, il suo linguaggio colorito, che fino a pochi mesi fa usava solo 'a tu per tu', sono solo la faccia di un presidente che è guidato da un ego e una sicumera fuori dal comune, ma che dimostra anche, coi fatti, di avere le idee chiare e di essere una persona carismatica. Tante, tantissime le idee che il presidente del Napoli ha, e che vuole trasformare in realtà. Intanto, due tasselli fondamentali, che molti ritenevano follia, sono entrati ormai nel calcio reale.

    I diritti d'immagine ceduti al club, che De Laurentiis ha portato nel calcio italiano ai massimi livelli. Una pratica osteggiata praticamente da tutti, ma che il patron difende a spada tratta e alla quale non rinuncerà mai. E poi il doppio sponsor, altra innovazione che lascerà il segno. De Laurentiis è riuscito a infilare ben due main sponsor sulla maglia: una novità rivoluzionaria per l'Italia. E questo per non parlare del marketing, diffuso in maniera capillare in tutto il territorio, e la nuova frontiera: la comunicazione. De Laurentiis spiazzerà tutti, creando una radio e una tv 'di famiglia', che a differenza di quelle esistenti dovrebbe essere totalizzante, e toccare tutti gli aspetti della comunicazione. 'Chi mi ama, mi segua', è il motto del presidente. E pazienza se i suoi modi spesso sono troppo spicci, o se talvolta il patron si esprime in maniera decisamente colorita.

    Quello che fa, e quello che profetizza, si sta rivelando efficace: intanto, tutti ascoltano in silenzio le sue parole, anche quando tocca gli argomenti più disparati e fuori tema (il calcio femminile professionistico, o gli abbonamenti 'virtuali'). Memorabili le sue invettive contro la minaccia del calcio asiatico. Ma Aurelio sa scuotere quando dice che anni fa - ed è vero - aveva previsto il fair play finanziario e l'autogestione delle società, senza interventi di capitali esterni. Questo è un presidente vulcanico nel vero senso della parola.  Un patron che ha inventato una nuova traccia, che se davvero dovesse portare i frutti, segnerebbe qualcosa di storico nel calcio italiano. 'De Laurentiis spendi i soldi', gli dicono i tifosi. E lui regala al pubblico il miglior film: in meno di 15 giorni, a luglio, ha praticamente completato la squadra, senza badare a spese, assecondando  precise richieste di Mazzarri. Nessuno potrà rimproverargli niente. Avanti così Aurelio, però ricorda che troppi cambiamenti possono spiazzare tutti, e generare qualche imprevisto 'nemico'. 

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