Calciomercato.com

  • Napolimania:| Mazzarri non è Christian De Sica

    Napolimania:| Mazzarri non è Christian De Sica

    Torna alla luce Aurelio De Laurentiis dopo quasi due mesi di silenzio. A seguito di un lungo periodo in cui si è occupato di alcune faccende personali e lavorative, il presidente azzurro ha commentato la bella vittoria contro il Pescara. Un ritorno gradito, soprattutto dai tifosi. Bello il gesto del patron, che ha salutato personalmente quasi tutti i bambini della 'Tribuna Family' inaugarata al San Paolo: uno sforzo della società di portare idee nuove in uno stadio fatiscente e non all'altezza del Napoli. Ma soprattutto De Laurentiis ha toccato uno degli argomenti più spinosi del club azzurro: il futuro di Mazzarri. Al di là dell'importanza di perdere un allenatore valido come lui, che lavora da quattro anni nel club azzurro e che ha inciso moltissimo sui recenti successi, il futuro del tecnico può condizionare moltissimo il futuro del Napoli. 

    De Laurentiis lo sa, e sa bene che le intenzioni di Mazzarri sono quelle di andare in scadenza, evitando di rinnovare il contratto. Il patron ha scelto uno dei suoi soliti paragoni col cinema per spiegare la situazione: 'Così come non metto il bastone tra le ruota ai miei registi, così faccio con gli allenatori. Ora non voglio rompere le scatole a Mazzarri chiedendogli di prolungare il contratto che scade quest'anno. Il mister è concentrato e non voglio rischiare che possa dirmi di sì solo perché si sente sotto pressione. Alla fine della stagione, come abbiamo sempre fatto, ci parleremo a quattr'occhi e decideremo se andare avanti assieme o darci una stretta di mano e dirci arrivederci'. Il presidente azzurro ama questi paragoni col cinema, ma deve capire che il calcio non è un set: al posto degli attori ci sono calciatori, dirigenti e allenatori. Non ci sono truccatori, costumisti e comparse. 

    Lui sa bene che un film è un'opera compiuta, che si realizza in tempi relativamente brevi. Ma soprattutto che gli attori indossano delle maschere, mettendo in campo la loro professionalità per vestire i panni di altre persone. Insomma, è l'esatto contrario del calcio, dove tutto ruota intorno a progetti pluriennali, ma soprattuto si basa su un'idea di gioco e una 'filosofia' che porta frutti solo se applicata con coerenza, e con gente che ci mette la faccia, perché dall'altro lato non ci sono gli spettatori col biglietto in mano, ma i tifosi che vivono questo gioco come una fede. Il cinema è arte, estro e creatività; il calcio è un gioco che porta risultati solo se la società funziona come un'azienda, e tutti remano nella stessa direzione.

    Ecco perché Mazzarri non può essere paragonato a un attore o un regista. Non è un Christian De Sica, col quale si ragiona un film alla volta. Nel mondo del calcio bisogna vedere lontano, e saper progettare. De Laurentiis sa bene che il rinnovo di una figura cardine come quella dell'allenatore non può arrivare di certo all'ultimo momento, e i piani di un club non possono dipendere dalle scelte di Mazzarri. Né tantomeno nel calcio si può 'pregare' un tecnico di rimanere, come se dovesse fare un piacere. Insomma, l'estro di un attore e i due mesi delle riprese non sono un ciclo di anni e anni in cui il tecnico si confronta con tifosi e ambiente. Questo De Laurentiis lo sa bene, e il suo consueto paragone cinematografico è stato solo un modo per buttare in angolo un pallone che scotta.

    Altre Notizie