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  • Napolimania: senza stadio e con troppa paura, Gattuso chiamato al miracolo

    Napolimania: senza stadio e con troppa paura, Gattuso chiamato al miracolo

    • Marco Giordano
    C'è tutto in questa stagione del Napoli: sfortuna, paura, errori, gestioni sbagliate, almanacchi da sfogliare per scoprire a quando risalgono i record negativi. Perché è dalla stagione 2000-2001, quella che si chiuse con la retrocessione, che il Napoli non perdeva tre gare consecutive in casa. Un inciso doveroso: il Napoli gioca ancora in casa? Il San Paolo non è più il fortino, non è più la spinta, non è più il dodicesimo uomo. Anzi, l'impianto di Fuorigrotta è un minus per il Napoli: fischi, pazienza finita, voglia di giudicare, quasi di mortificare con un sadico senso dell'infierire, con un senso di frustrazione che si riverbera sulla squadra pedissequamente. Ad oggi, per il Napoli, giocare in trasferta è sinonimo di maggiore serenità: inoltre, da quando i tifosi delle curve hanno abbandonato dall'introduzione del regolamento d'uso, il San Paolo non sembra neppure più uno stadio.

    GLI ERRORI. Hysaj, Meret, Di Lorenzo, Manolas, Fabian: gli errori individuali sono stati determinanti nella notte del San Paolo. Gattuso sostiene che la squadra è viva: vero. Ma, gli errori individuali, soprattutto nelle letture, anche le più semplici, sono troppo vistosi. Aldilà del dato tecnico, bisogna recuperare confidenza, serenità, padronanza dei propri mezzi. Il Napoli faceva paura, ora ha paura. Senza la capacità di cancellare questa paura, il Napoli può avere come unico obiettivo stagionale quello di maturare il prima possibile i punti per la salvezza, chiudere il campionato e poi rifondare, salutando Gattuso. Paradosso del destino che per uno che è stato chiamato Ringhio che mai ha mostrato paura abbia questa come prima nemica. “Non è un caso quello che stiamo sbagliando, questa non è una squadra abituata ad avere paura. Dobbiamo annusare il pericolo”: sul piano dell'analisi, Gattuso ha inquadrato perfettamente, anche nel desiderio di cambiare i tacchetti, senza guardare più alla sfortuna. La sensazione che Gattuso possa essere l'uomo giusto esiste, l'uomo che ha capito come trascinare fuori il Napoli dalle secche della sua paura. Il lavoro, però, è improbo: il Napoli sta imparando a conoscere la paura, senza capire come è fatta la paura, questo Napoli non può affrontarla. Senza vittorie, con un calendario infame, tutto diventa più complesso: qualcosa si è visto anche sul piano del gioco, la rinascita è ancora possibile. Ma, servono rabbia e convinzione per conoscere come è fatta la paura per poi sconfiggerla.

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