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  • Narcisismo catalano:| E' l'alleato del Milan
Narcisismo catalano:| E' l'alleato del Milan

Narcisismo catalano:| E' l'alleato del Milan

  • MARCO ANSALDO per La Stampa

 
Nel calcio non si può fare una battuta che ti prendono subito sul serio. Galliani aveva detto che temeva di pescare l’Apoel e l’hanno accontentato: i rossoneri incontreranno il Barcellona che è l’antitesi dei ciprioti. Sorteggio disgraziato. C’erano almeno tre avversari più morbidi, altri due accettabili, solo il Real Madrid si avvicinava per difficoltà ai catalani se non altro per la suggestione di ritrovare Mourinho. Il Barça è il peggio, scopriamo l’acqua calda. Ha più fenomeni, più classe, più gioco, più convinzione nei propri mezzi di chiunque altro, com’era il Milan di Sacchi vent’anni fa. È la squadra per cui nel mondo si fa istintivamente il tifo. Se il Barcellona sta bene e non scade nel narcisismo che ogni tanto lo divora, ai rossoneri non diamo più del 40 per cento di possibilità di passare il turno e la ragione è semplice: il Milan ha l’istinto di giocare sempre mentre gli spagnoli hanno dimostrato di patire l’antigioco, come successe tre anni fa con il Chelsea di Hiddink, poi con l’Inter di Mou che dispose le punte come se fossero terzini.

In campionato hanno pareggiato 6 volte e hanno perso con l’Osasuna e il Getafe bravi chiudersi e cogliere la giornata favorevole. A mettersi sullo stesso piano della squadra di Guardiola c’è soltanto da rimetterci. Magari si esce tra gli applausi come nell’ultima sfida, a Milano, nel girone eliminatorio, ma in questi casi non si deve puntare agli elogi. I rossoneri hanno due precedenti nella stagione. A San Siro, a novembre, quando persero per 3-2 senza sfigurare e a Barcellona in settembre, un match di pura sofferenza che fece quasi vergognare Berlusconi ma che finì con un pareggio, 2-2, grazie al gol di Thiago Silva nei minuti di recupero. Oggi il Milan sta meglio che in quelle due occasioni e non deve sentirsi battuto in partenza. Se riesce a non farsi condizionare da San Siro nell’andata, giocando un match intelligente, al Camp Nou può arrivare la sorpresa. Gli imbattibili non esistono. 

 


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