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  • Natali a CM: 'Jovetic, torna a Firenze: conviene a te alla Fiorentina'

    Natali a CM: 'Jovetic, torna a Firenze: conviene a te alla Fiorentina'

    • Claudio Masini
    Quando Pantaleo Corvino lo prelevò dal Partizan Belgrado, ad inizio estate 2008, pensava sicuramente di aver portato in Italia uno dei crack europei degli anni a venire: Stevan Jovetic era bomber già da doppia cifra e capitano della formazione bianconera, nonché già nel giro della nazionale maggiore ad appena 18 anni. Se pur non da subito ma dopo qualche mese le promesse iniziarono ad essere mantenute, in una Fiorentina che giocava la Champions League e lottava per arrivare quarta e tornare dunque ai preliminari. I primi gol nella parte conclusiva del campionato, quando Prandelli lo aveva finalmente liberato dalle redini anche a causa dei problemi fisici di Mutu: era uno Jovetic frizzante e sgusciante, forte nel dribbling e sostegno ideale per un centravanti come Gilardino. Dopo un paio di buone stagioni però, il montenegrino fu bloccato da un terribile infortunio, nell’estate del 2010: lesione al crociato anteriore e al collaterale esterno, out per tutta la stagione. Fu una mazzata che ne rallentò lo sviluppo calcistico e che lo portò anche ad un cambiamento fisico, a sostegno della parte danneggiata, da cui poi sorsero le tante ricadute muscolari, accusate a Firenze, Manchester e a Milano. Della sua parabola, Calciomercato.com ne ha parlato con Cesare Natali, suo ex compagno ai tempi della Fiorentina:

    “Già l’estate scorsa Stevan era chiacchierato per poter tornare a Firenze, io l’ho conosciuto quando era giovane e stava esplodendo: era un giocatore incredibile, aveva ed ha tutte le qualità per essere tra i top a livello europeo. Non è un caso che dalla Fiorentina sia passato al Manchester City. Ha avuto dei problemi fisici però più che altro gli è mancata la continuità mentale nel volersi affermare, prima in Inghilterra e poi anche all’Inter. Con Mancini all’inizio fece subito bene, poi non è riuscito a fare il salto di qualità che il suo potenziale gli avrebbe garantito”.

    Sulla sua carriera ha pesato il tremendo infortunio al ginocchio del 2010?
    “Fu un infortunio che vidi per altro a pochi metri da me, purtroppo. Ma non credo che l’abbia condizionato troppo, aldilà ovviamente della stagione persa. Poi si è ripreso, ha avuto la fortuna di fare un buon intervento ed una buona riabilitazione. Per cui non credo che sia stato quello il problema, fisicamente aveva ripreso molto bene”.

    Dopo la riabilitazione si è visto però uno Jovetic forse anche troppo imponente?
    “Rispetto a quando arrivò a Firenze è cresciuto tantissimo sugli arti superiori, ha preso molta massa però giocando in Inghilterra non credo che fosse penalizzato, anzi. Il calcio inglese lo richiede, non guarderei al discorso fisico ma più alle motivazioni, all’aspetto mentale, il feeling che può crearsi con un allenatore o con un ambiente: sono tutti fattori determinanti. La fiducia c’è se fai bene ma come viene data, viene anche tolta, e a quei livelli si deve essere più forti anche di questi fattori. Mi dispiace per Stevan perché è anche un bravissimo ragazzo”.

    L’idea di lasciare Firenze fu troppo ambiziosa, vista la concorrenza che trovava al City?
    “Era pronto secondo me, perché comunque anche a Firenze aveva a che fare con giocatori forti: con Prandelli giocavamo la Champions per cui la concorrenza non era di basso livello, da Mutu a Gilardino. Penso più al discorso mentale, magari non ha trovato la sua dimensione ideale, sia in Inghilterra che alla stessa Inter e credo che stia pensando di spostarsi. Anche lì però bisogna vedere dove, visto anche l’ingaggio”.

    In definitiva la Fiorentina farebbe nuovamente al caso di Jovetic?
    “È un giocatore che si adatterebbe bene al tipo di calcio che vuole fare Sousa, è un potenziale campione, un giocatore che fa la differenza, nel campionato italiano non può non giocare nelle squadre al vertice. I giocatori forti devono ovviamente dimostrarlo e la soluzione Fiorentina sarebbe vantaggiosa per tutti. Anche se i ritorni a volte sono un po’ un’incognita ma a Firenze ha lasciato sicuramente un buon ricordo”.

    Un invito in più quindi per l’attaccante montenegrino, che, come detto, in nerazzurro percepisce una cifra molto alta, ben aldilà del budget a disposizione della Fiorentina. L’esigenza massima di giocare e l’affetto per la sua prima casa italiana però, potrebbero spingere lo stesso Jovetic ad un sacrificio per rilanciare una carriera che sembra aver imboccato troppo presto la sua fase calante.

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