Calciomercato.com

  • Né con Conte, né con le elezioni: piccole tentazioni crescono

    Né con Conte, né con le elezioni: piccole tentazioni crescono

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Conte, avesse dato le dimissioni subito sarebbe stato reinsediato a furor di Parlamento. Conte, avesse evitato di inchiodarsi al "mai più con Renzi" ora avrebbe già avuto il reincarico e avrebbe già formato il suo nuovo e terzo governo consecutivo. Ma non lo ha fatto, si è barricato dietro e dentro o me o le elezioni. Botte di ferro? 
    Per ora è piccola ma va crescendo la tentazione né con Conte né con le elezioni. Tentato è il Pd: un altro M5S (Fico?) premier e Pd più forte nel governo e stop all'uomo che si valuta indispensabile ma spesso non si è mostrato altrettanto efficiente e lucido. Una tentazione intermittente sfiora anche, perfino Salvini: lasciarli bollire e cuocere nel loro brodo di governo, evitare di diventare il responsabile di ciò che non va e l'assistito dalla Ue. O anche, perché no, una volta che "quel signore là non è più a Palazzo Chigi", magari trovare un ruolo di partecipe alla salvezza nazionale. Tentatissimo è Berlusconi. Meno tentato di tutti è M5S per cui Conte è l'ultima zattera ma, se si affoga e ne passa un'altra... 

    Elezioni, non è vero che non si possono fare, è che costano. 
    A sconsigliare elezioni anticipate (si è votato tre anni fa) a maggio-giugno non sono né la pandemia né il contagio. Si può votare, anche se c'è il Covid. Quello che sconsiglia è il costo. Non i due, trecento milioni per allestire e far funzionare la macchina elettorale. No, il costo è tutt'altro e molto più alto. Se si va ad elezioni e quindi in campagna elettorale tutti, proprio tutti, si impegneranno davanti all'elettorato a fare quel che non si deve fare e tutti, proprio tutti, giureranno al popolo votante di non fare quel che si deve fare. Eccolo il costo, non ignoto neanche a chi ha il pronostico elettorale a suo favore. 

    Ragionieri o infermieri, chi chiamare? 
    Per divinare la crisi, anche indovini e psicologi. In altri casi servono altre professionalità. I dati sui contagi, sui guariti, sui ricoverati, sui dimessi, su chi entra e esce da quarantena e sui morti fin dall'inizio li raccolgono, li contano e li attestano e li trasmettono e li rendono noti solo e soltanto le Regioni. I dati sono loro e li gestiscono loro. Le Regioni e i dati sono in auto dichiarazione, fa fede quel che loro contano. Non c'è altri che conta, non ci sono altri dati di e da qualcun altro. E non c'è supervisione o contestazione sui dati delle Regioni. Si prendono per buoni per definizione. 
    Ora, di fronte a presidenti e assessori regionali che dicono di subire l'onta e l'oltraggio, la punizione, il calvario e la persecuzione di dati falsi, farlocchi, ostili e mal contati che si fa? Si chiamano i ragionieri o gli infermieri? 

    Altre Notizie