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  • Neymar non segna, ma il Brasile gira intorno a lui. Milinkovic è inesistente

    Neymar non segna, ma il Brasile gira intorno a lui. Milinkovic è inesistente

    • Giancarlo Padovan
    Non è ancora al massimo, e forse non riuscirà nemmeno ad esserlo, da qui alla fine del Mondiale, ma il Brasile che batte la Serbia (2-0) ha molte attenuanti e qualche preoccupazione. I due difensori laterali (Danilo, assente anche nella terza partita, e Marcelo, uscito dopo 10 minuti) rischiano di saltare più di una gara, a cominciare dalla prossima con il Messico, un ottavo di finale non esattamente comodo, come la parte sinistra del tabellone dove il Brasile è andato a collocarsi insieme a quasi tutte le altre grandi. Se ai due infortunati aggiungiamo Douglas Costa (rientra? non rientra? cosa si è fatto esattamente?) abbiamo un quadro allarmante della situazione.

    La catena di destra della Nazionale verdeoro, formata dal modesto Fagner e dallo spento Willian non funziona affatto. Né in fase di costruzione, né quando si tratta di difendere. Infatti, nel primo quarto d’ora della ripresa, quando la Serbia ha cominciato ad attaccare, ha trovato spazio proprio da quella parte e il Brasile ha sofferto sia le incursioni palla a terra, sia i tentativi aerei. In vantaggio per il gol di Paulinho al 35’ del primo tempo, la Nazionale di Tite ha cercato di raffreddare la partita con il possesso palla - un classico della tradizione -, ma l’aggressività degli avversari lo ha quasi sempre impedito. Restava il contropiede, ma Neymar, seppur ispirato da un Coutinho dai piedi fatati (suo l’assist per il primo vantaggio) non aveva la luna giusta. Un paio di gol li ha sbagliati, in un’occasione è stato bravo il portiere Stojkovic, in altre due i difensori si sono opposti al suo dribbling insistito.
    Intendiamoci: Neymar è in salute e giustamente viene cercato dai compagni. E’ vero che non ha segnato, ma è altrettanto vero che è stato spesso pericoloso perchè alla velocità abbina una tecnica inarrivabile. Tuttavia da lui, questa volta, il gol non è arrivato.

    Poco male, l’importante era raddoppiare e stroncare la crescita della Serbia, una squadra tecnica e fisica, pericolosissima quando si mette a giocare senza perdersi in dannosi virtuosismi (nota a margine: inesistente Milinkovic Savic). Probabilmente avremmo assistito ad un altro finale e, chissà, forse ad un altro esito se Thiago Silva (68’) non avesse realizzato di testa da corner procurato e battuto da Neymar (tanto per ribadire la sua utilità). I serbi hanno protestato per un blocco di Miranda su Mitrovic, l’attaccante centrale che, in occasione dei calci d’angolo contro, si posiziona al vertice dell’area del portiere. A me, sinceramente, non è sembrato fallo per la semplice ragione che Mitrovic si fa battere nel corpo a corpo (regolare) con il brasiliano. Ciò non toglie che, senza quell’intervento, Thiago sarebbe riuscito a segnare, visto che va a colpire proprio dall’area piccola. Curioso che, contro una squadra munitissima di corazzieri e saltatori, il Brasile abbia segnato proprio di testa. Ma nel calcio - si sa - il posizionamento fa la differenza. La difesa serba aveva peccato anche nel primo gol. Se Coutinho, infatti, effettua un assist sublime, i due centrali Veljkovic e Milenkovic sarebbero dovuti arretrare in anticipo. Primo, perchè la palla è scoperta. Secondo, perché il movimento di Paulinho era del tutto leggibile.

    Ho scritto degli assenti del Brasile almeno per la prossima partita (Messico). Agli infortunati ne va aggiunto un altro che infortunato non è. Parlo di Gabriel Jesus, l’inutilità fatta calciatore, uno che se ha la porta davanti, aspetta il rientro dell’avversario per tentare un dribbling il più delle volte dannoso. So bene che Jesus, quello vero, non è questo. Però in un torneo così breve bisogna entrare in forma presto e capitalizzare tutte le occasioni che passano. Il Brasile, contro la Serbia, l’ha fatto con un centrocampista che si butta dentro e un difensore bravo di testa. Lo stesso Thiago che al 61’ ha salvato (di bacino) una palla toccata da Mitrovic dopo un errore di Alisson.  La Serbia, insomma, è stata più pericolosa di quanto non dica il risultato, mentre il Brasile ha spremuto l’utile da una partita non esattamente dilettevole. Può essere un segnale. Il Brasile è cambiato. O, forse, sta cambiando.

    @gia_pad
     

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