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  • Niang, meteora rossonera?

    Niang, meteora rossonera?

    • Aleandro Laudadio
    12 Marzo 2013. Camp Nou di Barcellona. Gara di ritorno del quarto di finale di Champions League Barcellona-Milan. Dopo l'esaltante ed inaspettata vittoria casalinga del Milan per 2-0 (Boateng-Muntari), i rossoneri sono momentantaneamente in svantaggio nella bolgia blaugrana che spinge per la remuntada. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo per il Barça, Montolivo recupera palla ed effettua un lungo lancio verso Niang (schierato  da 9 nel tridente d'attacco, da Boateng ed El Shaarawy), Mascherano  sbaglia l'anticipo ed il francese può involarsi con grande velocità verso la porta; giunge in area di rigore blaugrana e tira. Immobili i tifoi rossoneri. Un gol porrebbe probabilmente fine alla speranza di risalita degli spagnoli. Ciò non si verifica. La palla, infatti, colpisce il palo e, pochi istanti dopo, ancora Messi, autore della prima marcatura, firma il raddoppio con un sinistro micidiale. Il match terminerà 4-0. Remuntada compiuta questa volta, a differenza di quella cercata, ma non ottenuta, tre anni prima nella semifinale di ritorno contro l'Inter; blaugrana ai quarti, rossoneri out. Un flashback da romanzo calcistico che è perfetta metafora della carriera sinora compiuta da M'Baye Niang. Un ragazzo perpetuamente danzante su un filo, fra la ricercata consacrazione e la frustrante discontinuità.

    Il giovane è acquistato dal Milan il 27 Agosto 2012 a titolo definitivo dal Caen per 1,7 milioni 
    più bonus. Estate torbida per il cosmo rossonero quella del 2012, costellata dai numerosi 
    addii dei senatori e dalle dolorosissime cessioni al Psg di Ibrahimovic e Thiago Silva per 
    esplicite cause economiche di bilancio. Nella sua prima stagione in rossonero totalizzerà 24 presenza fra Campionato, Coppa Italia e Champions League ed una sola segnatura, contro la Regina in Tim Cup. Le due stagioni seguenti sono caratterizzate da due prestiti consecutivi nelle sessioni di mercato invernale. Nel 2014 ritorna in Francia, al Montpellier; nel 2015 al Genoa, dove con Gasperini trova una discreta continuità ed un buon rendimento, il quale gli permette di tornare a Milano pronto ad essere uno dei punti fermi del Milan di Mihajlovic. Nella scorsa stagione sigla le prime reti in Serie A con la maglia del MIlan con una doppietta personale nel 4-1 finale imposto alla Sampdoria. Mihajlovic lo schiera come seconda punta di supporto a Bacca nel 4-4-2, dopo aver rivestito anche il ruolo di attaccante esterno nel 4-3-3 ad inizio stagione. Poi, alla fine di febbraio, l'incidente d'auto a causa del quale Niang riporta una lesione capsulo legamentosa della caviglia sinistra ed una contusione alla spalla sinistra. Infortunio che lo priverà del campo fino a fine stagione e che, soprattutto, comprometterà gli equilibri tattici della squadra causando il declino del Milan, e della breve avventura del coach serbo, dalla sconfitta contro il Sassuolo alla sconfitta casalinga con la Juventus, che precede l'esonero di Mihajlovic.

    Sotto la guida di Vincenzo Montella Niang si ritaglia un posto da titolare sin da subito come 
    ala sinistra nel tridente offensivo del 4-3-3 disegnato dall'allenatore partenopeo. Ottimo 
    l'inizio di stagione: segna nelle trasferte di Napoli e Verona ed è determinante il suo ingresso nel secondo tempo per la rimonta casalinga contro il Sassuolo. Rientra costantemente in fase di non possesso e le sue velocità e predominanza fisica sono, accanto al genio calcistico ed alla fantasia del compagno di reparto Suso, le preminenti peculiarità della fase offensiva del Milan di Montella. Poi l'incantesimo sembra svanire improvvisamente. I due rigori sbagliati consecutivamente contro il Crotone e la Roma causano le dure critiche dei tifosi sui social ed i fischi degli stessi allo stadio, ed affossano il suo stato psicologico già pesantemente minato dal possibile coinvolgimento in una relazione con un transgender, portata alla luce su Twitter da quest'ultimo. Si associano a ciò il progressivo calo fisico del francese il quale, se non godente di un'ottima condizione atletica, diviene un giocatore assolutamente modesto, e la crescita devastante di Bonaventura, precedentemente schierato a centrocampo, che lo spodesta dalla fascia sinistra. L'incrinato rapporto con Montella lo conduce infine alla scelta, condivisa con la società, di un ulteriore trasferimento in prestito con diritto di riscatto fissato a 10 gol, questa volta in Premier League, al Watford di Mazzarri.

    Nonostante il gol all'esordio con gli Hornets che potrebbero, secondo indiscrezioni, versare 
    sin da subito i 18 milioni pattuiti per il riscatto, resta difficile credere che un giocatore che ha
    siglato unicamente 8 reti con la maglia del Milan possa realizzarne 10 da qui a giugno in 
    Premier League. Le statistiche, dunque, inducono a supporre che il francese sarà a Milanello per il futuro raduno estivo rossonero. Niang, dall'esser considerato in Francia, per le sue movenze ed i suoi distintivi fisico-atletici, il nuovo Henry, pare esser invece la solita, mera meteora.

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