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  • Nicchi: 'Tecnologia in campo? Fine del calcio'

    Nicchi: 'Tecnologia in campo? Fine del calcio'

    «Il calcio in mano alla tecnologia vorrebbe dire la fine di questo sport: sarebbero soldi spesi inutilmente. Limitare uno o due gol-no gol non cambia la storia del calcio. Io sono per l'umanizzazione del nostro sport, poi se si vuole la telecamera sulla traversa delle porte non è un problema, ma non bisogna influire sul gioco».

    Con queste parole il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, è tornato a parlare della tecnologia nel mondo del calcio, ribadendo la sua idea di un calcio più umanizzato che tecnologico. Intanto, però, il numero 1 degli arbitri si gode il momento positivo dei fischietti italiani in campionato. «Premetto che le contestazioni, se fatte in modo civile e costruttivo, servono sempre - ha aggiunto Nicchi a margine della presentazione dell'album dei calciatori Panini 2011-2012 - farci notare quando sbagliamo ci aiuta a crescere, anche se noi siamo sempre attenti alle cose da migliorare». Nicchi ha poi ribadito la sua idea sulla regola dell'espulsione da ultimo uomo su fallo da rigore. «Su questo argomento mi sono già espresso e continuerò a farlo - ha ammesso - È una regola sbagliata e da cambiare. Sono d'accordo con Buffon, perchè quando è stata istituita era necessaria, oggi credo sia sufficiente dare il rigore senza appesantire con l'espulsione del giocatore che commette il fallo perchè questa decisione falsa la partita e si riversa anche dopo per la squalifica. È una regola vecchia e da cambiare». Chiusura parziale invece sulla possibilità che gli arbitri possano spiegare in tv, subito dopo le partite, le loro decisioni. «Oggi il clima è molto disteso e noi ci godiamo questo momento. Gli arbitri sbagliano poco, e quando succede tutti capiscono che è solo un errore - ha concluso - Al momento le regole non lo permettono, visto che gli arbitri non possono parlare fino alle delibere dei giudice sportivo. Ritengo comunque che parlare subito dopo le partite non sia estremamente positivo, vista l'adrenalina di chi è appena sceso in campo: rischi di dire cose che un minuto dopo non diresti»

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