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  • Niente botti, ma falò in tutto il mondo per incenerire questo orrendo 2020

    Niente botti, ma falò in tutto il mondo per incenerire questo orrendo 2020

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Per favore, se è possibile, questa volta evitiamo con cura botti e fuochi artificiali. Limitiamoci al rumore che fa il tappo dello spumante. Intanto perché, causa coprifuoco, andrebbero sparati dalle finestre o dai balconi delle nostre abitazioni con rischi non indifferenti. Soprattutto, però, facciamolo per rispetto dovuto ai nostri silenziosi compagni di vita a quattro zampe i quali nel corso di questo anno orrendo ci hanno tenuto compagnia facendosi carico delle nostre tensioni e regalandoci soltanto amore allo stato puro.

    Nel contempo, sarebbe bello e forse anche utile che i governanti di tutto il mondo, oltre alle restrizioni che tutti ben conosciamo, concedessero un permesso speciale per l’ultimo giorno del 2020. Allestire nelle piazze delle metropoli, delle città e dei paesi grandi cataste di legna e di arbusti ai quali dare fuoco prima delle ore ventidue, tempo del tutti barricati in casa. Quei falò diventerebbero il simbolo concreto della nostra volontà di bruciare tutte le sciagure e i dolori subiti dall’umanità nei dodici mesi che nessuno potrà mai più scordare.

    Dalle ceneri che rimarranno potrebbe sul serio alzarsi in volo l’araba fenice, esempio di resurrezione dopo la morte. Certamente si tratterebbe di un rito pagano o comunque sciamanico che però, come raccontano le antiche leggende pellerossa, funzionava per ricacciare gli spiriti cattivi. Provarci non costerebbe nulla. Anche in un momento in cui la scienza e la medicina hanno trionfato con la scoperta e la messa in opera del vaccino salva vita, un pizzico di sana superstizione potrebbe rivelarsi benefico.

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