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  • Noi, poveri tifosi, burattini senza fili

    Noi, poveri tifosi, burattini senza fili

    • Marco Bernardini
    Quando, per dovere e per piacere professionale, mi capita di affrontare temi che vanno oltre gli aspetti tecnici del calcio c’è sempre uno di voi lettori il quale interviene pregandomi di smetterla perché, almeno sul nostro giornale, vuole leggere solamente “cose di pallone”. Questo tipo di atteggiamento, rispettabilissimo ma non condivisibile, mi fa persino un po’ di tenerezza. Mi ricorda gli anni del liceo e anche quelli dell’Università quando, durante le assemblee del Movimento Studentesco, si alzava qualche anima candida per suggerire che sarebbe stato meglio parlare e discutere di scuola e basta anziché di politica perchè (diceva): “la politica non c’entra nulla con lo studio e non deve entrare nelle nostre classi”. Un poco come nel calcio dei “non pensanti” dove i presidenti vietavano ai loro giocatori ogni riflessione pubblica estranea alla loro professione o rivelatrice di una qualsiasi ideologia. Il mondo del pallone visto e vissuto come un’isola felice dove tutto va bene madama la marchesa e sul quale è vietato indagare andando oltre la facciata di comodo.
    Per fortuna i tempi sono cambiati e anche la brava gente del calcio che soffre per la squadra del cuore alla quale dedica tempo e denaro ha smesso di “subire” e di “bere” tutto ciò che le viene spacciato per buono come se fosse arrivata a valle con la piena e con l’anello legato al naso. Esistono due mondi paralleli, ma comunicanti, che rappresentano il calcio. Il primo, alla luce del giorno, è quello caratterizzato dalle partite, dai suoi protagonisti, dalle vicende assortite nel bene e nel male, dalla passione popolare. Si chiama spettacolo. Il secondo pianeta ruota nell’ombra ed è assai meno popolato del primo. Lì vivono, architettano, manovrano e si arricchiscono i veri padroni del giocattolo che è stato scippato alla gente. Sono i Grandi Burattinai del nostro secolo, i Mangiafuco di Pinocchio. E questo si chiama non soltanto businnes, ma anche truffa ai danni dei burattini senza fili che siamo noi tutti.
    Il settimanale l’Espresso che, finalmente, dopo un periodo di stanca editorialistica è tornato nelle edicole con lo spirito battagliero della denuncia (ai suoi giornalisti si deve lo scoop dei Panama Papers che sta dilagando sempre di più), è uscito due giorni fa con la copertina dedicata al mondo del pallone e alla “cricca” che lo governa. Una denuncia, circostanziata da documenti ufficiali oltreché da utili intercettazioni, che ha spinto subito l’Antitrust a mettersi in moto. Multe milionarie a Mediaset e a Sky per il momento e in attesa di nuovi sviluppi delle indagini. Sono i due colossi mediatici e televisivi, infatti, a governare e dirigere il sistema di un calcio per il quale il gioco rischia di essere ridotto ad un puro e semplice dettaglio rispetto al valore (in denaro e in potere) del progetto complessivo. Non solo. E’ imbarazzante  il fatto che nelle stanze dei bottoni di queste due holding planetarie agiscano uomini e manager i quali hanno a che fare, direttamente o indirettamente, con le società di calcio più importanti e blasonate. La qual cosa spinge a pensare, senza troppo allontanarci dalla verità, che anche a livello sportivo ciò che accade nel pianeta della brava gente sia prodotto dalle manovre illecite di coloro che agiscono nel mondo parallelo. In questo caso lo scenario sarebbe davvero terrificante in particolar modo per tutti noi, operatori e tifosi burattini. 
    Per farvi un’idea più precisa vi invito ad andare al cinema per vedere il film “Zona d’ombra” con Will Smith. A parte il valore artistico della pellicola potrete assistere ad una coraggiosa operazione di denuncia contro il colosso americano che governa e muove il mondo del “football”, nascondendo ogni tipo di nefandezza e persino di atti criminali purchè venga preservato agli occhi della brava gente il gioco più bello e più seguito negli States. Ebbene, in fotocopia, potremo leggere il “caso della cricca del pallone” e prefigurarci schifezze apocalittiche figlie di un vortice di denaro prodotto sulle pelle dei “burattini” e destinato a operazioni tipo riciclaggio,armi, droga e nefandezze assortite. Oltrechè al mantenimento del potere, è ovvio. Intanto la “pesca” è iniziata. E siamo solo ai pesci piccoli.

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