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  • Roma, Di Francesco il meno colpevole. Monchi un disastro, l'ambiente peggio

    Roma, Di Francesco il meno colpevole. Monchi un disastro, l'ambiente peggio

    • Paolo Franci

    Ha pagato Di Francesco, il meno colpevole. Arriva Ranieri, scelta sensata e senza alternativa, per provare a centrare la Champions. E, finalmente, siamo ai saluti anche con il vero responsabile dell'attuale situazione, il direttore sportivo Monchi. «Una delle migliori menti del calcio», disse il presidente James Pallotta nell'aprile 2017, trionfante per aver preso l'uomo che costruito l'exploit del Siviglia. Qui, invece, ha fatto un mezzo disastro. E la storia è nota, inutile tornarci su. L'importante è che la Roma se ne liberi (a borsa chiusa potrebbe arrivare l'annuncio della rescissione consensuale del contratto) anche se adesso preoccupa la ripartenza. Non sull'immediato, confidando sul lavoro di un tecnico, Ranieri, che qualcuno qui guarda col sopracciglio alzato, magari rispolverando vecchie bottigliette di veleno _ dai soprannomi poco altisonanti come 'er fettina' agli aneddoti maligni e romanzati su ortaggi e inflessioni dialettali_ pensando che King Claudio sia inadeguato per un club 'enorme' come la Roma. Questo è tipico dell'ambiente romanista: sentirsi molto al di sopra delle reali dimensioni di una società che non vince quasi mai, spesso si illude e quasi sempre prigioniera di una irreale proiezione di se stessa.

    Però quando King Claudio ha vinto la Premier tutti sul carro eh! Uno che ha allenato Juve, Inter, Monaco, Chelsea, Valencia, non va bene per un club che nulla ha vinto in otto anni di strombazzati proclami a stelle e strisce? Non va bene essendo stato l'ultimo allenatore ad aver sfiorato lo scudetto proprio qui, a casa sua? Non vale, per lui, il ritrito adagio del 'romano e romanista' che tanto piace ai più da queste parti? Ma per favore. E in ogni caso, anche per lui, vale quello che secondo me vale per tutti. Contano i fatti. E vedremo cosa farà. Ma pregiudizi no, per niente. Neanche sotto tortura. Saluto, ammesso che gliene freghi qualcosa, un bravo allenatore che se ne va. Uno che ha pagato e di brutto, le pessime campagne acquisti-cessioni di Monchi, l'uomo che avrebbe dovuto ricostruire la Roma. A Di Francesco si può forse imputare di non aver sbattuto i pugni sul tavolo su qualche cessione dolorosa. Di aver forse avallato un po' troppo le girandole di giocatori, per la gran parte sbagliate, o scelte incomprensibili evidenti nella lunga lista dei calciatori griffati Monchi. Avrebbe dovuto impuntarsi e pretendere di poter costruire la Roma di Di Francesco. E non quella di Monchi. E di Pallotta. Poi, s'è perso anche lui, con quella specie di catenaccio di Oporto ha dimostrato di non averne più, dopo i 7 gol di Firenze e i 3 incassati nel derby. Ha provato a reagire, ma ormai era troppo tardi. E se ne va. Con la sensazione, netta, che altrove avrà la fortuna che merita. Io glielo auguro di cuore. 

     

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