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  • Jacobelli: non per soldi, ma per denaro. Inter, Milan, Juve e le sberle Guinness: ma l'importante è l'ingaggio. O no?

    Jacobelli: non per soldi, ma per denaro. Inter, Milan, Juve e le sberle Guinness: ma l'importante è l'ingaggio. O no?

    Le ultime sberle le hanno prese l'Inter, ieri sera a New York:4-0 dal Valencia dopo il 2-0 dal Chelsea e il Milan, battuto stanotte dal Chelsea per 2-0. Un disastro. Sabato notte, invece, la Juve era stata legnata dai Los Angeles Galaxy. Prima c'era stato il ko dell'Inter a Indianapolis. 

    In precedenza, a San Francisco, la Juve era stata sconfitta ai rigori dall'Everton per 7-6 e, sicuramente, delle tre italiane viste sinora era stata quella che aveva suscitato le impressione più favorevoli, prima del tonfo con i Los Angeles Galaxy.

    A Monaco di Baviera, il Milan aveva preso 5 gol dal City in 36 minuti e la risicata vittoria di consolazione ottenuta il giorno dopo sul San Paolo, non ha cancellato le apprensioni sulla tenuta della difesa rossonera, mentre il preliminare di Champions si avvicina e l'infermeria non si svuota. Certo, i rossoneri si erano imposti a Valencia nella gara inaugurale della Guinness Cup, torneo a inviti che, a cavallo tra fine luglio e inizio agosto, si disputa fra Europa e Stati Uniti, tanto per rendere le cose più facili a chi vi partecipa.

    Puntuale come la canicola agostana, riecco la sindrome della figuraccia: assale e, spesso, stende le Grandi della Serie A che, interrompendo la preparazione precampionato, si imbarcano in faticosissime quanto remuneratissime tournée all'estero. Magari giocando una partita ogni 48 ore, cambiando fuso orario, salendo e scendendo da un aereo, allenandosi poco e male, alimentando il rischio di infortuni. Perchè l'importante è partecipare, per incassare i lauti ingaggi (1 milione di euro a gara). Il resto è vita.  

    Qui sta il punto. Il calcio business prende sempre più il sopravvento su ogni altra considerazione tecnica. Affamati come sono di denaro, alcuni club italiani non esitano a sfidare lo stress e l'alta probabilità di infortuni, rivoltando come calzini le tabelle dei preparatori atletici, pur di saltabeccare a ogni latitudine che consenta loro di incrementare la voce entrate. Esercizio sacrosanto, se eseguito con raziocinio. E, soprattutto, evitando di essere presi a legnate incontrando formazioni nettamente più avanti nella preparazione.

    Forse perché la serie A è l'ultimo grande torneo continentale che scatti alla fine di agosto e non all'inizio o a metà, come succede nelle altre Leghe più importanti d'Europa?

    Forse perché conta di più giocare amichevoli di lusso in agosto piuttosto che arrivare già in forma in settembre, quando scattano Champions ed Europa League nei cui primi turni, implacabilmente troppe italiane o vengono bastonate o soffrono terribilmente?

    Forse perché vige la regola non scritta del chissenefrega della Nazionale che da un campionato al via due-tre settimane prima trarrebbe sicuro giovamento nella marcia verso Brasile 2014, visto che all'inizio di settembre giocherà due eliminatorie in cinque giorni, decisive per la qualificazione?

    L'importante è farsi gli affari propri. Fra un po' aspettatevi le geremiadi degli allenatori circa la fatica, la stanchezza, i muscoli tirati di troppi giocatori, anche se il campionato scatta con gli anticipi del 24 agosto. Per fortuna, il mercato chiude il 2 settembre.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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