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  • Non sorride, combatte e vince: Mandzukic, lo Steven Seagal della Juve

    Non sorride, combatte e vince: Mandzukic, lo Steven Seagal della Juve

    • Angelo Taglieri
    "Un angolo per chi ha la visione del calcio di Nick Hornby, per chi vive la partita come un film, per chi reputa Babangida il miglior calciatore della storia. Un piccolo mondo per chi non ha scritto calcio con il pallone tra i piedi, ma con una penna tra le dita, una telecamera sulla spalla o un joystick in mano, per quelli cresciuti a pane, nutella e Holly e Benji . Il calcio visto con gli occhi, e gli occhiali, del Nerd"

    Non ride. Mai. Si lascia scappare qualche sorriso, o meglio, qualche ghigno, alla Jack Nicholson, quando riesce a segnare. Altrimenti, niente. Non traspare emozione dal volto di Mario Mandzukic. Lotta, le prende, le dà, fa assist e segna, tutto con la stessa espressione e serietà, tutto come se fosse normale che un gigante di 190 cm e 86 chili corra come un'ala sulla fascia, picchi e si sacrifichi come un mediano e segni come un centravanti. Idolo della folla, chiave del 4-2-3-1 di Allegri, la Juve europea ha la faccia, incazzosa, del croato. Che oggi potremmo nominare la Tortuga...

    COME STEVEN SEAGAL -  No, non è nessun calciatore del passato che possa ricordare Mario Mandzukic. La Tortuga è... Steven Seagal. Uno dei massimi esponenti del cinema d'azione, dove la pellicola rimane impressa di scene d'arti marziali, con risse da strada e mosse di karate. Nato a Lansing in Michigan, Steven Seagal è cintura nera 7° Dan di Aikido ed è stato il primo straniero ad aprire una un dojo ad Osaka in Giappone. Scrivevamo, la Tortuga. Già, viene soprannominato la tartaruga per il suo modo di combattere, non particolarmente veloce ed appariscente, ma estremamente efficace. E sempre con quella faccia, seria e incazzosa. Come quella di Mandzukic, sempre preso in giro da Evra quando vestiva ancora la maglia bianconera. 

    "PRIVO D'EMOZIONE" - 3 cm più alto del numero 17 juventino, Steven Seagal è stato spesso criticato per la sua monoespressione e la mancata trasmissione di emozione. Verrà ricordato, sicuramente, per le sue abilità di combattente e la sua conoscenza delle arti marziali. Così come Mandzukic probabilmente non verrà ricordato per la sua appariscenza o giocate acchiappaclick su youtube, ma per la sua abnegazione, il suo sacrificio e il suo lavoro a servizio degli altri. Spesso bisogna eclissarsi per far brillare gli altri, sacrificarsi per il bene complessivo. Allegri ha dimostrato fiducia nell'ex Atletico Madrid, affidandogli un ruolo delicato, e, Mario, ha trasformato in fatti il "pur di giocare, faccio il portere" tante volte decantato dalla categoria dei calciatori. Probabilmente, però, il croato avrà risposto come Steven Seagal in "A Dangerous Man": "Non è questione di fiducia, ma sopravvivenza". Mandzukic sopravvive sulla fascia, senza ridere mai. E la Juve vola, vive. E sorride...

    @AngeTaglieri88

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