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  • Novara, Caracciolo:|'Giocheremo al massimo'

    Novara, Caracciolo:|'Giocheremo al massimo'

     

    La Lega ha deciso che la 33a giornata di campionato sarà posticipata in data 25 aprile, adesso la concentrazione sarà tutta dedicata alla sfida di sabato sera contro il Napoli. La squadra di Mazzarri viene da tre sconfitte consecutive ed è in lotta per il terzo posto, mentre noi dovremo cercare di tenere accesa quella speranza chiamata salvezza. Come si devono affrontare queste sfide in cui anche il pubblico diventa protagonista? “La prima cosa da dire è che noi abbiamo il dovere di affrontare ogni partita al massimo delle nostre possibilità, a prescindere dall’avversario che avremo di fronte. Abbiamo la fortuna di giocare in una società leale e corretta e di questi tempi trovare una società del genere non è da tutti. Inoltre dobbiamo giocare per i nostri tifosi: non mi è passata inosservata la loro encomiabile vicinanza nei nostri confronti in qualsiasi situazione, anche nei momenti più bui quando abbiamo occupato l’ultimo posto in classifica. Anche se non siamo riusciti a fare nostre certe partite fondamentali, ho visto i tifosi sempre accanto a noi e contro il Genoa ci hanno applaudito dall’inizio alla fine, come anche nelle partite precedenti, consapevoli del nostro impegno. Il messaggio rivolto a noi è chiaro: daremo il massimo sino alla fine poi vedremo il risultato raggiunto. Non ultimo, giocare anche per noi stessi: è sempre bello impegnarsi a fondo e cercare di migliorarsi. Premesso questo contro il Napoli, visto l’ambiente che ci aspetterà, sarà importante scendere in campo con la giusta mentalità. Il Napoli è una grande squadra, bisognerà andare al “San Paolo” rispettando l’avversario ma senza nessuna paura. Dobbiamo giocare a calcio, senza sbavature e correre più di loro: solo con queste caratteristiche potremo mettere in difficoltà la squadra di Mazzarri. Per quanto riguarda i dettagli sarà compito del mister darci le indicazioni giuste per questa gara”.
     
     
    Se andiamo a guardare una mini-classifica del girone di ritorno, noteremo che il Novara ha già superato i punti totali realizzati all’andata in netto anticipo (13 punti su 25 sono stati conquistati dopo il giro di boa), ma concretizza poco, con sole nove reti all’attivo: solo il Cesena non ci supera. Cosa non funziona nel reparto offensivo? Quale sarebbe secondo te la soluzione migliore per essere più concreti sotto porta? “Secondo me le occasioni riusciamo a crearle però abbiamo il difetto di non essere tanto cinici, sotto questo aspetto bisognerà migliorare. Dobbiamo essere più cattivi ed avere un po’ di più di fortuna, che non guasta mai. Vorrei affermare, però, che non bisogna dare la colpa all’attacco o per esempio alla difesa quando prendeva troppe reti, ma bisogna sempre ragionare avendo come base il concetto di squadra, mai ragionare per reparto, questo è il mio pensiero. Qualsiasi cosa che non va bisogna valutarla nel suo insieme, cercando di migliorare qualche aspetto che coinvolga tutti i giocatori, non solo una parte. Per migliorarsi c’è sempre tempo…”.
     
     
    Quale tipo di schema di gioco ti si addice di più rispetto alla tue caratteristiche? “Non ne ho uno preferito. Quando la squadra si esprime bene tutti i giocatori se ne avvantaggiano, in questo caso il tipo di modulo passa in secondo piano. Se la squadra gira significa che tutti i giocatori stanno facendo bene, ma non è detto che cambiando modulo cambino anche le prestazioni”.
     
     
    Facciamo il gioco illegale dei “se” e dei “ma”. Con la rosa attuale fin dall'inizio della stagione e senza infortuni, in che posizione si troverebbe adesso il Novara? “Senza dubbio con diversi punti in più. Quest’anno gli infortuni hanno penalizzato il Novara, in particolare nel girone di andata dove Ludi, Paci e Lisuzzo per esempio hanno dovuto dare forfait per molto tempo. Diciamo che la difesa è stato il reparto più colpito da questi infortuni. Peccato, chissà adesso in quale situazione ci saremmo trovati…”.
     
    Nella tua carriera sei stato allenato da tanti tecnici importanti e quest’anno hai “debuttato” con il mister Attilio Tesser. Per l’intero popolo azzurro il “Komandante” è entrato di diritto nei cuori di tutti ed è parte importante della storia del Novara Calcio, grazie alle sue abilità di allenatore ma soprattutto umane. Come ti trovi con lui? Quale qualità hai notato del mister, che magari gli altri allenatori che ti hanno seguito in passato non hanno? “Mi trovo benissimo con mister Tesser! Come hai detto tu è una bravissima persona e merita tutto l’affetto che la città gli sta dedicando. Bastano poche parole per descriverlo, ma quelle poche hanno ciascuna un grande valore. 
    Una qualità? E’ una persona vera, soprattutto nel calcio non ce ne sono tante di persone vere. Tante volte un allenatore tende a dirti qualche bugia per farti stare tranquillo, quando per esempio non si è titolari. Poi magari in quel momento uno si merita anche di partire in panchina, consapevole che non sta rendendo al meglio e ci sono anche allenatori che non ti guardano in faccia per una settimana o comportamenti del genere. Mister Tesser invece, nei miei confronti, è sempre stato correttissimo e leale, è una dote che va apprezzata. A me è toccato partire dalla panchina per un paio di partite quest’anno, ma l’allenatore non ha modificato il suo comportamento, sempre uguale, sempre corretto. Si è instaurato un bellissimo rapporto, ne sono felice”.
     
     
    Dato che a giugno Brescia e Genoa dovranno risolvere la tua comproprietà, al momento è difficile pensarti con la maglia del Novara anche l'anno prossimo. Indipendentemente da come andrà, cosa ti porterai dietro di questi mesi in azzurro? “Correggo la tua domanda: in teoria il Genoa dovrebbe dare l’altra metà al Brescia. Il loro accordo prevedeva comproprietà con l’obbligo di riscatto, ma poi si sa che nel calcio l’obbligo di riscatto non esiste, comunque al 99% andrà così, ma può succedere di tutto. A Novara sono stato benissimo, sono rimasto molto colpito dai tifosi che, nonostante la posizione di classifica non positiva, continua ad incitarci e restarci vicino: non è un comportamento scontato. Ho trovato un bel gruppo, affiatato, si lavora bene con tutti e siamo guidati da un grande allenatore. Come città, invece, non posso esprimermi tanto perché sono rimasto a vivere a Milano, però mi è capitato di essermi fermato a Novara in qualche giornata a bere un aperitivo in Piazza Martiri e mi è piaciuta tanto. Sono stato bene, l’unico rammarico che ho è quello di avere realizzato soltanto due reti in questa stagione. Quest’anno mi è girata male, perché le occasioni le ho anche avute: tra pali, rigori non dati (mi ricordo il rigore non assegnatomi contro l’Atalanta, quando Peluso mi è entrato in scivolata con la palla a due metri dall’azione) è stata una stagione un po’ così. Però l’impegno non è mai mancato e non mancherà mai”.
     
    Messaggio ai tifosi… “Visto il mio pensiero già presente all’interno dell’intervista, approfitto di questo spazio per ringraziarli immensamente del loro appoggio e sostegno. Avanti così”!

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