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  • Novaramania:|Un 2011 da medaglia

    Novaramania:|Un 2011 da medaglia

    Un 2011 da medaglia quello del Novara. In tutti i sensi però. L'anno solare che ha riportato gli azzurri in Serie A dopo più di mezzo secolo infatti non può non entrare di diritto nelle date da non scordare più degli appassionati. La lunga cavalcata in Serie B, i playoff all'ultimo respiro e la festa post vittoria in finale col Padova non possono essere cancellati da un inizio così così nella massima serie. Preventivato per di più. Anche se l'umore dalle parti di San Gaudenzio non è dei migliori in questo momento, complice la classifica un po' così e il rapporto con qualche giocatore, alias Meggiorini, ormai compromesso, attorno alla squadra c'è tranquillità. Basta guardarsi indietro, guardare dove si era fino a un paio di anni fa e dove si è adesso. Dalle trasferte di Sorrento a quella allo Juventus Stadium. Alzi la mano che sul finire dell'anno solare scorso non avrebbe firmato per trovarsi oggi terz'ultimo a soli tre punti dalla salvezza ma in Serie A. Tutti.

    La prima parte del 2011 quindi è da 10 in pagella. Un'emozione dietro l'altra firmata Bertani e Gonzalez e dal solito Marco Rigoni, l'unico che sembra non aver accusato il grande palcoscenico. La vittoria col Toro in campionato, la crisi di febbraio/marzo superata di slancio con l'arrivo della Primavera e in chiave playoff. Il gol di Rigoni al volo all'incrocio dei pali al minuto 91 della semifinale con la Reggina, col sogno Novara ormai spento. Ecco quello è il momento top da ricordare, ancora più che la vittoria contro il Padova e del ritorno al successo nella massima serie contro l'Inter campione del mondo. Quel destro gioiello di coordinazione, tecnica e coraggio che ha mandato in estasi una città intera.

    Come ogni medaglia però anche questo 2011 ha il suo lato oscuro. Dalle partenze di Bertani e Gonzalez, che hanno tolto molta qualità all'attacco azzurro che sta faticando come non mai a trovare la rete, a un mercato un po' così fino a questi primi mesi sotto la linea di galleggiamento. Una sofferenza preventivata e per questo mai veramente contestata fino allo 0-2 parziale interno col Palermo (finale 2-2 ndr). Ci sarà da soffrire, forse non ci eravamo più abituati. Ma chi ha vissuto gli anni bui della Lega Pro, più o meno tutti a dir la verità visto che è un passato più che recente, sa che per raggiungere i traguardi il sacrificio è indispensabile. Bene, rimbocchiamoci le maniche e facciamo partire i cori. La faccia lucente della medaglia è lì che aspetta.

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