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  • Novellino, mister lui e miss lei

    Novellino, mister lui e miss lei

    • Marco Bernardini

    Una spruzzatina di frizzante leggerezza ogni tanto si rende necessaria per abbassare i gradi alcoolici del quotidiano. Ci sono tante piccole e belle storie tra le pieghe di una cronaca talvolta dura da sopportare scandita da bombe, da attentati, da ammazzamenti per amore o per dolore, da gesti sporcaccioni o di intolleranza, da sevizie su donne o animali. Aria pesante e pioggia acida su di noi. Una piccola pausa, allora, per poter respirare senza sentirsi soffocare. Una di quelle piccole e belle storie porta il nome dei Novellino, intesi come famiglia e, nello specifico, come due "lui" e una "lei". 

    Griffe importante per il movimento del calcio. I due "lui" sono i fratelli Walter e Giuseppe. Lei è la giovane figliola del secondo e perciò nipote del primo. Si chiama Debora. Tutti e tre legati dal denominatore comune del pallone. Walter, come giocatore in carriera, divenne persino mito specialmente con addosso la maglia del Milan con il quale vinse lo scudetto della stella meritandosi anche la convocazione in nazionale. Prima e dopo, partito da Perugia e "inventato" da Ilario Castagner, girò l’Italia da nomade professionista geniale e talvolta ribelle ala di fascia destra. Con quella faccia da Monzon, il pugile argentino, poteva mettere paura a guardarlo negli occhi anche se in realtà era un bravo ragazzo dal cuore tenero. Intanto quell'appellativo da boxeur di fama non lo lasciò più, fin dal giorno in cui fu il grande torinista Giorgio Ferrini a battezzalo in quel modo per significarne le sue qualità di combattente al servizio del tremendismo granata. Poi eccolo in panchina, come allenatore. Meno fortunato, ma egualmente richiesto specialmente dove ci fosse bisogno di grinta. Ultima tappa recente, Modena, prima di lasciare il posto a Hernan Crespo. 

    Sottotraccia troviamo Giuseppe, il fratello minore di Walter che tentò di seguire le orme del primogenito con fortuna decisamene minore. Squadre di categoria per lui, salvo una stagione con la maglia della Fiorentina indossata per otto volte in campionato. Poi via nuovamente a battere i duri campi delle province più nascoste. Una delle tante e famose ciambelle sfornate senza il buco in mezzo. Capita. Comunque tra zio Walter e babbo Giuseppe ci sta Debora. Bella ragazza cresciuta tra bambole e pallone con assoluta predilizione per il secondo. Eccola calciatrice, come terzino, nella Pink Sport per la quale è elemento indispensabile in difesa. Brava, ma anche bella. Molto bella. Al punto che Patrizia Mirigliani (la figlia dell'inventore di Miss Italia) la recluta nel plotone destinato alle qualificazioni per la finalissima. E a Jesolo Debora fa il vuoto intorno. Sarà la prima calciatrice della storia a concorrere per la fascia della più bella italiana. 

    Certo i tempi sono totalmente diversi da quando per finire in passerella a Salsomaggiore occorrevano più che altro "misure" di un certo tipo alla Marisa Allasio piuttosto che alla Sofia Loren. Le nuove miss sono ragazze pensanti le cui  ambizioni vanno oltre la siepe delle "letterine". Bellezza non fa più rima, per fortuna, con sciocchezza. Curioso, in ogni caso, il fatto che una calciatrice a tempo pieno possieda anche le qualità morfologiche per sfilare in costume da bagno. Si presume, infatti, che i polpacci di Debora essendo ben allenati non siano proprio affusolati. Eppoi anche per quel che riguarda andamento e postura non è facile immaginare una camminata sciolta con scarpe dal tacco 15 da chi è abituata agli scarpini con i tacchetti. Vedremo. Intanto prendiamo atto del lato positivo di questa vicenda ovvero del fatto che la presenza della Novellino a Miss Italia rappresenterà un bello spot per il calcio femminile. Una disciplina altrettanto nobile e seria come quella esercitata dai maschietti che in Italia, purtroppo, non riesce a sfondare come meriterebbe e come accade negli altri Paesi, America compresa. Anche perché, durante la finale, Debora Novellino non si dimenticherà certamente di parlare delle sfortunate ragazze della squadra Locri, brave ma appiedate per rischio bancarotta di una società che nessuno sembra voler salvare. 

     

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