Obiettivo della Juve, Caprari a CM: 'Luis Enrique mi voleva tenere, sogno una big'
Partiamo da lontano, dai suoi inizi: come molti è cresciuto in oratorio, per poi passare all'Atletico 2000 e, infine, alla Roma. Cosa si porta dietro di quella esperienza all'Oratorio Del Borgo Don Bosco?
"Sì, sono cresciuto all'oratorio del Borgo Don Bosco. Lì ho iniziato a tirare i miei primi calci, ma ricordo ben poco poiché avevo solamente 5 anni. Posso dire però che ho iniziato veramente presto a dare i primi calci al pallone".
Ha debuttato prima in Champions che in Serie A. Che emozione è stata quando è stato chiamato in causa contro lo Shakhtar?
"Penso che per me sia stato motivo di orgoglio, essendo romano, esordire nella Roma, la squadra che mi ha cresciuto per molti anni. A maggior ragione in Champions: ho ancora tutto impresso nella mia mente, quel giorno e quella musichetta che tutti sognano e sogno ancora".
Dopo la Roma, il Pescara. Rinforzo di gennaio per Zeman, diventa coprotagonista di quella cavalcata trionfale. Due gol con la Samp, decisivi. Ora è una bandiera di questa squadra. Similitudini tra il Pescara di Zeman e quello di Oddo ci sono?
"Sì, devo dire che il mio andare via da Roma è stato difficile, soprattutto perché Luis Enrique non voleva che io partissi. Ma avevo voglia di giocare, di mettermi in mostra e così ho deciso di venire qui a Pescara con Zeman, che sapevo che per un attaccante era il top. Poi è arrivata quella promozione che porterò sempre nel mio cuore con quei goal a Marassi con la Sampdoria. Similitudini? Trovarle ora è difficile: li c'erano fenomeni, qui siamo tanti ragazzi molto giovani che hanno voglia di dimostrare e che in futuro possono davvero fare grandi cose".
Oddo che allenatore è?
"Il mister è un allenatore semplice ma molto preparato, in campo come nella tattica: cura tanto i particolari, riesce a entrare nella testa di tutti i giocatori. Poi una cosa importante è che è una persona che non guarda in faccia a nessuno, grandi e giovani, tratta tutti alla stessa maniera. Ed è riuscito a creare un grande gruppo".
Gianluca e...Gianluca. Grande intesa con Lapadula in campo. Anche fuori dal campo è così? Lui ha imparato a cucinare gli arrosticini. Lei?
"Sì, è vero: ci intendiamo molto bene in campo. Lui è un giocatore a cui piace giocare il pallone e così io vado a nozze. Fuori dal campo spesso stiamo insieme, ma non solo noi due: quest'anno si è creato davvero un bel gruppo . A livello di cucina io sono un disastro. Ho altri pregi, ma in cucina ammetto di essere negato".
Entrambi siete sui taccuini di molte squadre di A. Ora c'è un obiettivo da raggiungere con la maglia biancazzurra. Ma per il futuro? Cosa vuole? E dove si vede?
"Fa piacere di essere seguito. Vuol dire che sto facendo un campionato buono, ma non ancora ottimo e quindi devo continuare a migliorare e a crescere di partita in partita. Abbiamo un obiettivo importante, che non capita sempre, e quindi ce la metteremo tutta per raggiungerlo. In futuro non lo so dove mi vedo. L'unica cosa che so è che voglio giocare in palcoscenici che da piccolo sogni solamente e quindi farò il massimo per raggiungere i miei obiettivi".
