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  • Oblak è il miglior portiere al mondo?

    Oblak è il miglior portiere al mondo?

    • Matteo Serra
    L'Atletico Madrid è in finale di Champions League. E' un risultato figlio di una filosofia, il Cholismo, la tendenza a non mollare mai e sudare ogni goccia del proprio sudore per la maglia. Un tassello fondamentale però dell'organizzazione calcistica di Simeone è Jan Oblak, il portiere sloveno classe 1993 che ha tenuto in piedi la sua squadra parando il rigore a Thomas Muller ed evitando un passivo di 2-0 che avrebbe reso ancora più complicata la corsa alla finale. Quel rigore parato diventa simbolo di una stagione coi fiocchi, nata nello scetticismo ma che proietta Oblak nell'Olimpo dei migliori portieri del mondo. Dopo non aver preso gol in 42 delle 69 partite stagionali merita di essere considerato un grandissimo del ruolo, se non il migliore in questo momento storico.

    CARRIERA SEMPRE IN SALITA - Oblak non ha mai avuto il tappeto rosso spalancato sotto i piedi. Nato nel 1993 in Slovenia, a Skofja Loka, è figlio dell'ex portiere Matjaz Oblak e fratello minore di Teja, giocatrice di basket nella nazionale femminile slovena a cui è molto legato e che vede giocare ogni volta che può. Oblak ha iniziato a giocare nella squadra locale di Loka, per entrare nei professionisti nell'Olimpia Lubiana, con cui esordisce in prima squadra nell'agosto del 2009. Nel 2010 il Benfica intravede qualcosa nelle sue qualità e decide di investire su di lui: con un trasferimento da 1.7 milioni di euro, ancora il più alto per l'Olimpia, Oblak va a giocare in Portogallo. L'inizio a Lisbona però non è per niente semplice. Pochissimi giorni dopo il suo arrivo viene subito girato in prestito prima al Beira-Mar e poi all'Olhanense, ma le presenze in campo sono davvero poche. Per Oblak non sono momenti facili, come ha raccontato il suo preparatore dei portieri all'Olimpia: "Dopo la sua partenza per il Portogallo ci sentivamo sempre. Era molto infelice perchè non giocava e voleva tornare a casa. Per fortuna non ha mollato, gli piace lavorare e a il coraggio di mettere la testa dove altri non la metterebbero per paura". Proprio questa dedizione al lavoro porta i suoi frutti e così, nei successivi prestiti al Uniao Leiria e al Rio Ave, Oblak inizia a trovare continuità in campo, mettendo in mostra quelle che sono le sue capacità. Nel 2013 il Benfica decide che il suo apprendistato in giro per il Portogallo è stato abbastanza e lo inserisce nella rosa come vice alle spalle di Artur Moraes. Il portiere brasiliano si infotunia e Oblak diventa il titolare, incassando solo 6 gol in 24 partite con la maglia delle Aquile. Numeri che attirano l'attenzione di Simeone e dell'Atletico Madrid, che decidono di investire su di lui addirittura 16 milioni di euro, cifra recordo per un portiere in Spagna.

    CONSACRAZIONE A MADRID - L'arrivo a Madrid non è tutto rosa e fiori: un infortunio durante il pre campionato lo fa scivolare alle spalle di Miguel Moya nelle gerarchie di Simeone e la sua esperienza a Madrid sembra già essere un fallimento, con l'ennesimo prestito che si prospetta nel suo futuro. All'inizio della seconda stagione Simeone però gli dà fiducia e, complice l'infortunio di Moya, Oblak diventa il titolare fisso. Una scelta che risulta azzeccatissima: dopo 36 partite di campionato Oblak ha subito solo 16 gol, con ben 23 partite a porta inviolata. Una cifra che potrebbe inserirlo nella storia del calcio spagnolo, dato che diventerebbe il miglior portiere di sempre nella Liga, battendo il recordo di Paco Liano che nel '94 con il Deportivo La Coruna ne prese 18 in 38 in partite. Un risultato figlio di una incredibile alchimia che si è instaurata tra lui e i suoi 4 uomini di difesa, che è in grado di guidare con maestria, proprio come gli chiede Simeone. Le soddisfazioni possono arrivare anche sul piano personali, dato che con è molto vicino a vincere il Trofeo Zamora, il premio che viene assegnato al miglior portiere del campionato spagnolo per partite giocate e gol subiti. I suoi grandi numeri sono confermati anche sul piano europeo; infatti in 12 partite di Champions League ha preso solo 7 gol, facendo una serie di parate decisive contro il PSV negli ottavi di finale, salvando più volte la propria squadra. I miracoli sono continuati anche col Barcellona nei quarti e sono culminati nella notte di Monaco, con l'ultimo e decisivo capitolo ancora da scrivere a Milano. Dopo De Gea e Courtois la porta dell'Atletico è ancora una volta in mani sicure e salde e anche per lui potrebbero aprirsi le porte di un trasferimento in uno dei migliori club d'Europa. Nell'Olimpo dei numeri uno i nomi importanti non mancano, da Buffon a Neuer, ma per il rapporto tra età e rendimento Oblak non è inferiore a nessuno di loro. La notte di Milano del 28 maggio può definitivamente consacrare Obalk come il miglior portiere del mondo?

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