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  • Oddo e Pescara, una situazione 'tragica' alla quale non si doveva arrivare

    Oddo e Pescara, una situazione 'tragica' alla quale non si doveva arrivare

    • Alessandro Di Gioia
    Lo avevamo pronosticato, in tempi non sospetti: ora, dopo quasi cinque mesi di agonia calcistica, ci siamo. A Pescara la situazione verte al tragico: gli ultimi episodi, a costellazione di risultati e prestazioni sempre più indegni par la massima serie calcistica italiana, prevedono anche situazioni delle quali non vorremmo mai parlare, in maniera inerente a qualsiasi tipo di sport.

    Contestazione dei tifosi, insulti, mani addosso, addirittura macchine bruciate: in Abruzzo il pallone sta passando in secondo piano, e la colpa, mai come in questi casi, è di tutte le componenti. Attenzione, è bene non fraintendere il messaggio: tutti gli atti violenti che esulano da qualsiasi tipo di spirito sportivo sono da condannare fermamente, e vorremmo avere il piacere di non dover più parlare di certe cose, in accostamento a quello che rimane pur sempre un gioco, seppur tiri in ballo passione e anche liquidità di chi vi si accosta. L'atteggiamento di alcuni ultras del Pescara è stato semplicemente vergognoso.

    Ma la gestione societaria di questa prima stagione in Serie A dopo qualche anno è stata puramente scellerata: un mercato assolutamente non all'altezza, per cominciare, errore già compiuto in passato dal presidente Sebastiani. Una presentazione della stagione non in linea con la qualità della rosa, caricata dall'eccessivo entusiasmo di un ambiente che si accosta al calcio in maniera passionale, da qualche risultato positivo fortuito, ad inizio stagione (ad esempio il pareggio di Napoli) e da un gioco arioso, propositivo e nel compenso assolutamente non consono ad una squadra, tecnicamente povera, che si vuole salvare.

    "Errare humanum est, perseverare diabolicuum": spiace dirlo, ma l'accanimento terapeutico portato avanti da Sebastiani e dal tecnico Massimo Oddo nei confronti di un paziente terminale, come la squadra abruzzese, ha peggiorato la situazione, anche a livello ambientale. Un allenatore troppo legato alla squadra e al territorio, una gestione societaria quasi dilettantesca di un problema evidente, il progressivo scollamento tra squadra e gestore: tanto da arrivare a prestazioni come quella di ieri contro il Torino, in cui la squadra ha giocato palesemente contro l'allenatore, non mettendo la gamba quando necessario e correndo poco. Come protetta, salvaguardata da quel parafulmine dalla faccia stravolta, assoluto portatore di tutte le pene dei propri giocatori, quasi indifferenti a ciò che va via via capitando. Tanto c'è Oddo, che ci mette la faccia: e Oddo non se ne va.

    L'avevamo pronosticato, prima della degenerazione di queste ore: con Oddo prossimo alle dimissioni, ormai sfigurato da una situazione allucinante, con Sebastiani ancora incerto se accettarle, con una squadra smarrita, con dei tifosi inviperiti. Forse il Pescara non si poteva salvare, certamente si poteva evitare tutto ciò: l'etica del bel gioco, la gestione diametralmente opposta a quella Zampariniana, l'eccessiva salvaguardia questa volta hanno generato solo vittime. Dilettanti allo sbaraglio, in Serie A: non era proprio il caso.

    @AleDigio89

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