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  • Olympiacos, Karembeu: 'Juve guida per Inter e Milan. Obiettivo? Il campionato'

    Olympiacos, Karembeu: 'Juve guida per Inter e Milan. Obiettivo? Il campionato'

    Christian Karembeu, ex giocatore di Sampdoria e Real Madrid, dal 2013 è Strategic Advisor dell'Olympiacos, ed è stato intervistato dal Corriere della Sera: "Che partita sarà con la Juve? Dura, difficile, anche perché domenica abbiamo giocato il derby di campionato contro l’AEK e non abbiamo operato alcun tipo di turnover, come invece ha fatto la Juventus contro la Fiorentina. Siamo pronti a dare il massimo e speriamo di guadagnare almeno un punto, che sarebbe fondamentale per rimanere in Champions League o, almeno, in Europa League".

    OBIETTIVO STAGIONALE - "Arrivare primi in campionato. Certamente non possiamo paragonare il campionato greco con quello italiano, che ha un livello tecnico decisamente più alto e ogni anno attrae sempre più investimenti che lo migliorano ulteriormente. Nella Champions League puntiamo a qualificarci per il prossimo turno e, come club greco, riuscire ad essere un modello per le altre formazioni del nostro campionato".

    JUVE 2017/18 - "È un club che ha una visione e a un progetto, concretizzate nella realtà dal presidente della squadra attraverso le operazioni sul mercato e la realizzazione del nuovo stadio che è la prima fonte di ricavo per il club. Ovviamente sappiamo che alle sue spalle c’è una grande industria come il calcio italiano, che rappresenta un’occasione per ogni investitore e giocatore. La visione della Juventus è stata fondamentale perché, seguendo il suo esempio, altri club come l’Inter, la Roma e il Milan stanno arrivando a quei livelli, poiché i loro proprietari si stanno assumendo rischi maggiori per migliorare".

    DIFFERENZE CON IL BARCELLONA - "Non credo che tra il Barcellona e la Juventus ci sia una grande differenza: una sola partita non può spiegare molto. La Juventus ha, comunque, un gran gioco: quando vai a giocare a Barcellona sai che sarà difficile, ma comunque proverai a vincere. Quando parliamo dell’Italia pensiamo sempre al catenaccio, ma non è detto che funzioni giocando contro squadre spagnole che provano sempre a mantenere il possesso palla e a controllare il campo: è un’altra scuola di pensiero, ma so che non è solo con la difesa che riesci a vincere una partita. Mettendo a confronto i singoli, tra le due squadre non c’è tutta questa differenza: ciò che fa davvero la differenza, in Champions League, sono la storia e l’esperienza e il Barcellona ha sconfitto molte difese negli ultimi anni".

    GRECIA - "Se stiamo uscendo dalla crisi? È una questione di tempo e di organizzazione: stiamo cercando di ricostruire il nostro campionato per renderlo più attraente per i giocatori stranieri, ma allo stesso tempo più competitivo per le squadre che già vi prendono parte. Vogliamo riuscire a far tornare nuovamente a giocare in Grecia calciatori di livello, come quando io sono venuto qui all’Olympiacos, quando il livello della competizione era molto alto e riuscivano a far venire da noi calciatori molto bravi. Spero che accada presto, ma la crisi economica non lo rende facile: ci sono pochi sponsor e poche possibilità di espanderci all’estero, ma comunque nutriamo grandi speranze. Dobbiamo, prima di tutto, rappresentare al nostro meglio la Grecia sul campo e promuovere noi stessi il nostro calcio: sappiamo che se partecipiamo alla Champions League comunque diamo visibilità al calcio greco potremmo avere nuove opportunità per crescere".

    SERIE A - "Meno tecnica rispetto al mio periodo? In quegli anni il calcio italiano aveva un elevato tasso di competitività e creatività e per un calciatore era importante andare a giocare in Italia per misurarsi con campioni come Baresi o Baggio. Il problema è stato la scarsa promozione della Serie A, come per esempio è stato fatto con la Liga, la Premier League o la Bundesliga, che hanno iniziato a pubblicizzare all’estero i propri giocatori e club: questo ha fatto la differenza. Per esempio, la Premier League è andata molto spesso all’estero a promuovere le sue squadre: so che anche la Serie A ha fatto operazioni di questo tipo, ma ancora troppo poco. Ogni club dovrebbe utilizzare le nuove tecnologie per espandere i propri orizzonti, non ci sono più tifosi presenti solo nel proprio Paese, ma anche persone all’estero che possono vedere le partite sul loro smartphone".

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