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  • Ordini e urla| E' il sergente Sinisa

    Ordini e urla| E' il sergente Sinisa

    Ed il sesto giorno arrivarono le urla. Campo di Cortina, ore 12.30, la squadra si sta allenando da due ore e mezzo. Lavoro diviso per reparti. Prima centrocampo, poi difesa. Infine l´attacco. Il modulo è deciso ed, al momento, non modificabile: 4-2-3-1, con i quattro giocatori offensivi impegnati in schemi e tiri in porta. Pettorina gialla per Marchionni, Jovetic, Vargas e Babacar. Maglia viola per le "riserve" Papa Waigo, Mutu, Ljajic e Seferovic. Il lavoro in precedenza era stato lungo e faticoso: l´esercizio di conseguenza, preso forse sotto gamba. Mihajlovic non ci sta, ferma tutti ed urla: «Non ci siamo, non lo stiamo facendo bene. Ci vuole cattiveria, aggressività e qualità». Grida, Sinisa, sotto il Pomagagnon, il massiccio montuoso che sorveglia il centro sportivo "Antonella De Rigo". 

    Suda la Fiorentina ed ascolta il proprio tecnico. Quando le cose migliorano si sente un «Così va bene, bravi». Ma ancora qualcosa dell´esercitazione non convince. «Dobbiamo fare gol. E poi tornare subito a centrocampo». E vola anche qualche parolaccia. Poi a Ljajic, autore di un colpo di testa fiacco e storto: «Tu devi colpire il pallone, non il pallone colpire te». Alle tredici l´allenamento finisce dopo tre ore quanto mai intense. Con la tattica a farla da padrone. Prima era toccato ai centrocampisti. Due i mediani davanti alla difesa che si alternavano.

    Donadel, D´Agostino, Agyei, Zanetti, Di Tacchio. Scopo dell´esercizio lanciare lungo sulla fascia, dove era stata posta una "porticina". Possibilmente centrandola. «Siamo poco precisi, quaranta tiri solo due gol». Di Tacchio il bersaglio preferito. Insomma, un martello. Convinzione, carisma e, perché no, autorità. Succede anche fuori dal campo. Come quando durante la presentazione ufficiale disse: «Gilardino? Se ha dei dubbi lo convinco io a restare. Ed a trovare le giuste motivazioni». Il resto della giornata ha raccontato di un allarme, prontamente rientrato, per il ginocchio destro di Jovetic. Piccola botta, niente di preoccupante, e giocatore subito in campo. Qualche problema in più per De Silvestri colpito da febbre e tonsillite: per lui un paio di giorni di riposo. Lieve distorsione alla caviglia infine per Agyei. Niente partitella finale per loro. Partitella decisa da una doppietta di Papa Waigo e dal diagonale, applaudito dai tifosi, di Mutu.


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