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  • Origi, l'uomo della Provvidenza: dal derby al 96' alla finale di Champions, ma può lasciare Liverpool
Origi, l'uomo della Provvidenza: dal derby al 96' alla finale di Champions, ma può lasciare Liverpool

Origi, l'uomo della Provvidenza: dal derby al 96' alla finale di Champions, ma può lasciare Liverpool

  • Alessandro Di Gioia
"Quando il caso è disperato, la Provvidenza è vicina", recita un datato proverbio: la Provvidenza per i campioni d'Europa del Liverpool, nella concezione manzoniana di intervento divino che sistema ogni cosa, ha le fattezze e il fisico di Divock Okoth Origi, centravanti belga nato a Ostenda nel 1995 e arrivato nei Reds quattro anni fa, nel 2015, a soli 20 anni, dopo l'esplosione tra le fila del Lille in Ligue 1, che lo aveva prelevato a soli 15 anni dal Genk dove è cresciuto.

L'ESPLOSIONE AL LILLE E LA SCELTA DI RODGERS - Di origine keniota, figlio di Mark, anch'egli calciatore in Belgio, è un centravanti veloce ma possente, tanto che può giocare al meglio sia da attaccante puro che sulla fascia: il Liverpool si accorge di lui dopo la vittoria da parte del Lille della Coppa di Francia e la trafila con tutte le giovanili della nazionale belga, fino all'Under 21. Brendan Rodgers però, allora tecnico dei Reds, preferisce lasciarli in Francia per farsi le ossa e non ha torto, visto che nel biennio successivo a Liverpool stenta a scendere in campo con regolarità.

DIETRO A FIRMINO E STURRIDGE MA QUEL GOL ALL'EVERTON... - Nel 2017 viene ceduto in prestito al Wolfsburg, dove rispetto a quanto accaduto nel corso delle precedenti stagioni in Inghilterra, Origi trova più frequentemente spazio in prima squadra, partendo quasi sempre titolare. A Liverpool però non si strappano le vesti quando lo vedono partire né sono entusiasti quando lo vedono tornare: Klopp con lui è molto chiaro, preferisce vada a giocare da qualche altra parte con regolarità, di nuovo in prestito. Ma qui la Provvidenza interviene per la prima volta: Origi decide di rimanere sulla Mersey, nonostante parta come ultima riserva nel ruolo da centravanti dietro a Firmino e Sturridge. Il belga però non si dà per vinto, anzi: con il suo gol al 96' su errore di Pickford decide un complicatissimo derby contro l'Everton, che consente ai Reds di restare in corsa per il titolo, prima di rivelarsi decisivo anche con i gol al Newcastle.



DA BARCELLONA A TOTTENHAM: TRE GOL DA CHAMPIONS - Il resto è storia: nel ritorno della semifinale di Champions League contro il Barcellona, quando serve il miracolo dopo il 3-0 dell'andata, il destino gli concede una chance da non sprecare. Fuori Salah, fuori Firmino: tocca a Origi vestire la maglia da titolare come terminale dell'attacco Red. Il risultato? Due gol, nella serata che sancisce la vittoria in rimonta per 4-0 che vale la finale di Champions, in cui diventa il 50esimo marcatore del Liverpool nella massima competizione europea. E poi l'altra sera, quella della finale: il suo gol, da attaccante vero, garantisce la tranquillità nei minuti conclusivi, quelli precedenti all'alzata del trofeo.


IL FUTURO E' INCERTO - "Dio era con noi": già, e ora? Origi, nonostante sia diventato a tutti gli effetti l'uomo della Provvidenza, non è sicuro di rimanere al Liverpool: a 24 anni, da campione d'Europa, vuole un progetto che lo veda centrale e protagonista, in Premier o in qualsiasi altro campionato. Klopp, quando prima della semifinale gli fu chiesto perché schierasse Origi e non Firmino, rispose con tranquillità: "Non c'è nessun problema, la scelta è dovuta alla grande forma di Origi che è così da alcune settimane". Il 2019 per il belga potrebbe non finire mai. ​

@AleDigio89

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