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  • Oristanio, il piccolo Messi del Volendam: 'Io, l'Inter e la Nazionale. Devo tutto a mio padre'

    Oristanio, il piccolo Messi del Volendam: 'Io, l'Inter e la Nazionale. Devo tutto a mio padre'

    • Francesco Guerrieri

    Tra i 7mila abitanti di Roccadaspide - paesino in provincia di Salerno - c'era un ragazzino che col pallone tra i piedi faceva quello che voleva. Segnava 50 gol a partita, lo chiamavano il piccolo Messi. Oggi Gaetano Oristanio ha 20 anni, da due gioca in Olanda al Volendam in prestito dall'Inter. Ma quel soprannome gli è rimasto nel cuore: "Ero basso, gracilino e assomigliavo a Messi - racconta il trequartista nella nostra intervista - Ora non me lo dicono più, ho messo massa muscolare e sono alto 1,80 metri. Ma Messi è sempre stato il mio idolo, è impressionante quante volta tocca la palla in velocità. Qualcuno ancora diceva che non aveva mai vinto il Mondiale, ora che ha vinto anche quello non so cosa possono dire di lui... Per me è il giocatore più forte di sempre".


    Squadra preferita?
    "Rimanevo incantato dal Barcellona quando giocavano Leo e Iniesta. Nell'armadio ho magliette e felpe del Barça".

    Quando eri più piccolo segnavi 50 gol all'anno.
    "Erano i campionati regionali, avevamo la squadra più forte composta dai migliori giocatori della zona. Da piccolo ero un po' timido, papà mi ha raccontato che se non conoscevo gli avversari all'inizio mi vergognavo a giocare; poi facevo due o tre gol e tornavo a sentirmi a mio agio. Quando ero piccolo giocavo anche 3/4 patite a settimana". 

    Come ti sei avvicinato al calcio?
    "Grazie a mio padre, gli devo tutto. Da piccolo giocavo nella squadra del mio paese e lui è stato il mio primo allenatore, poi a 13 anni sono arrivato a Milano". 

    Com'è stato l'impatto?
    "Lasciare casa a quell'età non è stato facile, mi sono spostato da un paesino di 7mila abitanti come Roccadaspide (provincia di Salerno) a una metropoli. Quando giravo per la città all'inizio mi sembrava tutto più grande: le strade, i negozi, le case...".

    E con l'Inter com'è andata?
    "Mi hanno fatto sentire subito a casa. Avevo proposte anche da Juve e Roma, ma l'Inter mi ha convinto per l'organizzazione e cura dei particolari. In campo mi sono dovuto abituare a ritmi più alti e ho imparato a posizionarmi meglio e lavorare sui dettagli. Quell'esperienza mi ha fatto crescere anche come persona".

    Oristanio, il piccolo Messi del Volendam: 'Io, l'Inter e la Nazionale. Devo tutto a mio padre'

    Chi è stato il giocatore che ti ha fatto più effetto vedere da vicino? 
    "Ho fatto qualche allenamento con la prima squadra e sono rimasto impressionato da come lavorano Sensi, Brozovic e Lautaro; vederli allenarsi da vicino fa effetto, sbagliano pochissimo".

    E Lukaku?
    "E' enorme, mamma mia. Ha uno strapotere fisico pazzesco, quando mi ritrovavo vicino a lui era come se non esistessi. Anche lui è sempre stato molto attento a lavorare sui dettagli".

    Chi era il giocatore che ti dava più consigli?
    "Tra i più disponibili c'èera Christian Eriksen". 

    Per quale squadra tifi?
    "Diciamo che prima di andare a Milano simpatizzavo per la Juve, ma dopo essere stato a Milano mi sono legato ai colori nerazzurri".

    Qual è il gol più bello che hai fatto?
    "Ne scelgo due: uno con l'Inter in Youth League contro il Barcellona, punizione da trenta metri sotto l'incrocio; l'altro l'ho fatto l'anno scorso in rovesciata col Volendam".

    Sei alla seconda stagione in Olanda, come stai vivendo lontano dall’Italia?
    "I primi tempi sono stati duri perché ho cambiato lingua, cibo, abitudini... ma bisogna sapersi adattare, e oggi sono contento di stare qui perché è un'esperienza che mi sta facendo crescere".

    Oristanio, il piccolo Messi del Volendam: 'Io, l'Inter e la Nazionale. Devo tutto a mio padre'

    Ma è vero che da noi si punta poco sui giovani? 
    "Effettivamente secondo i dati molti giovani italiani vanno all'estero, credo sia dovuto al fatto che fuori dal nostro Paese abbiamo più possibilità di sbagliare".

    Tra i tuoi compagni di squadra c’è Filip Stankovic, figlio di Dejan e portiere di proprietà dell'Inter. 
    "Siamo cresciuti insieme nelle giovanili nerazzurre e qui in Olanda guardiamo insieme le partite dell'Inter, soprattutto in Champions".

    Il sogno nel cassetto?
    "Sicuramente tornare all'Inter, è la squadra dove sono cresciuto e uno dei top club al mondo". 

    Senti qualcuno dei tuoi ex compagni nerazzurri?
    "Sì, siamo rimasti in contatto con Pirola, Boscolo, Esposito e Sangalli".

    Con Esposito siete molto legati.
    "Sì, siamo tutti e due campani. Capita che quando ci vediamo iniziamo a parlare in dialetto ma gli altri non ci capiscono". 

    Inzaghi ti ha mai chiamato?
    "L'allenatore no, ma spesso sento Baccin (vice direttore sportivo, ndr) che si informa sul mio andamento sia con me che con i dirigenti del Volendam". 

    Hai fatto due stage a Coverciano con la Nazionale.
    "Vedere Mancini vincere un Europeo e poi ritrovarmelo allenatore mi ha fatto emozionare, i primi giorni quasi non ci ho creduto. Mi è piaciuto che non ci ha dato troppe direttive, ci ha lasciati liberi di esprimerci, di osare e anche di sbagliare". 

    Sai che sei un osservato speciale di Mancini?
    "Ho visto che ha rilasciato alcune dichiarazioni su di me, me l'ha detto anche il ds del Volendam. Sicuramente fa piacere, ma ora l'importante è guardare avanti: spero di indossare la maglia azzurra il prima possibile".

    In Olanda, all'Ajax, c'è anche l'ex Pisa Lucca.
    "Abbiamo giocato contro in amichevole e in campionato all'inizio dell'anno. Abbiamo parlato un po' perché qualche giorno dovevamo andare tutti e due allo stage con Mancini. Quando giochi all'estero e ti chiama la Nazionale l'orgoglio è doppio".

    Chi è il difensore più forte che hai affrontato? 
    "Bassey e Alvarez dell'Ajax; nel confronto con questi giocatori top la differenza di livello si sente. Quel giorno abbiamo perso 2-4, ma abbiamo fattouna buona prestazione".

    Solo 21 post su Instagram, non sei un tipo molto social?
    "No, li uso molto poco. Più che altro non mi piace postare, preferisco avere un profilo basso e stare tranquillo".

    @francGuerrieri 


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