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  • Palermo, Brienza:| 'Io credo in Sannino'

    Palermo, Brienza:| 'Io credo in Sannino'

    • D.V.

    'Ognuno di noi deve guardarsi dentro e capire che siamo stati noi a partire col piede sbagliato - spiega Brienza -. In campo non va l'allenatore ma i giocatori. Ciascuno sa che la ha sua quota di responsabilità per per questo inizio di stagione. Dobbiamo svoltare il prima possibile, già contro il Cagliari'.

    In una gara che lei sarà costretto a guardare dalla tribuna a causa di uno stiramento...
    'Sì purtroppo. Non sono ancora pronto ma non ho dolori, sto meglio e dovrei essere a disposizione per la prossima contro l'Atalanta'.

    Siete consapevoli che con il Cagliari è già la partita della verità per il Palermo?

    'Sì, e vogliamo reagire di fronte al nostro pubblico. Occorre dimostrare che siamo una squadra viva, vincere ci aiuterebbe a eliminare tanti problemi. I tre punti consentirebbero di sbloccarci mentalmente. In effetti siamo un po' scarichi di testa. Tutti sappiamo che siamo in un brutto momento ma vi assicuro che stiamo lavorando per venirne fuori'.

    Perché, che atmosfera c'è nello spogliatoio?
    'Non c'è sconforto ma voglia di cancellare i primi risultati negativi e di capire dov'è che sbagliamo. È evidente che per ora non abbiamo recepito le indicazioni dell'allenatore e vogliamo ripartire. Quello visto finora non è il calcio che vogliamo noi, tantomeno quello che vuole Sannino'.

    Lei, Sannino e Perinetti concordate sul fatto che la squadra ha difficoltà mentali. Ma c'è anche dell'altro?

    'Sì, innanzitutto il fatto che non siamo ancora diventati una squadra. Non abbiamo recepito le indicazioni di Sannino e non riusciamo a essere quello che lui vuole. Dobbiamo giocare da squadra, tutti insieme per lo stesso obiettivo. Qui riuscirci è un po' più difficile perché ci sono tanti giovani e tocca a noi anziani caricare la squadra. Ma loro non devono cullarsi, serve che i più giovani crescano in fretta. Il calcio di oggi non aspetta nessuno, va velocissimo'.

    Quindi fra voi senatori del gruppo, lei, Miccoli, Donati, Mantovani, c'è un contatto continuo per sondare gli umori dello spogliatoio.

    'Ci riuniamo ogni giorno per discutere di cosa va e cosa no. Siamo i primi a capire che così non si va tanto lontnao e vogliamo crescere e migliorare. Ma dobbiamo farlo da squadra perché non abbiamo giocatori in grado di farci vincere le partite da soli. Questo Palermo può fare bene solo se unito, occorre l'apporto di tutti per esserlo il prima possibile'.

    Lei che lo conosce bene, come vede Sannino in questi giorni?
    'È sicuramente amareggiato perché non riesce a dare alla squadra quello che vorrebbe. Non è entrato nella testa di ognuno di noi per come pensava. Per proteggerci si è messo in testa al gruppo, da vero comandante. Però ha sempre più voglia di uscire da questo momento, per Sannino Palermo rappresenta l'occasione professionale più importante di tutta la sua carriera. È uno che per anni ha calcato i campi in terra battuta e ci sta mettendo tutto se stesso per fare il bene del Palermo. Ha solo bisogno di tempo e fiducia'.

    Per l'allenatore lei è un uomo fondamentale negli equilibri del gruppo. Come vive questa situazione?

    'Per me è solo uno stimolo in più per fare bene. Non la vivo come un peso, affatto. Mi dà una marcia in più per lavorare al meglio ed essere un modello per tutti'.

    (Giornale di Sicilia)


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