Calciomercato.com

  • Palermo, Rios:|'Finalmente in rosanero'
Palermo, Rios:|'Finalmente in rosanero'

Palermo, Rios:|'Finalmente in rosanero'

 

“Il Palermo è stato il club che mi ha voluto di più, ringrazio il Presidente Zamparini per avermi dato l’opportunità di giocare in Europa”. Esordisce così in sala stampa Egidio Arevalo Rios, nuovo centro di gravità permanente in mezzo al campo per il Palermo.
 
“Perché la trattativa è andata per le lunghe? Effettivamente i tempi sono stati un po’ più lunghi del previsto. Avevo tante opportunità: a gennaio, oltre al Palermo, mi volevano tante squadre messicane e brasiliane. Poi però ho deciso di chiudere la stagione al Tijuana. Sono felice di essere qui in Sicilia, il Palermo è stato il club che mi ha voluto di più - spiega il neoacquisto rosanero, corteggiato per più di sette mesi -, ringrazio il Presidente Zamparini per avermi acquistato e avermi dato l’opportunità di giocare in Europa. Sono felice di essere qui, di essere a Palermo e di essere in una squadra così importante per me”.
 
“Perché sono arrivato in Italia solo a 30 anni? Io credo che non conti l’età - continua il centrocampista uruguaiano -, l’importante è stare bene fisicamente, sentirsi in grado di affrontare le sfide. Io ho giocato le Olimpiadi, ho giocato la Copa America, adesso realizzo un altro sogno: giocare in Europa”. 
 
E sulla sua posizione in campo: “A livello tattico mi adeguo alle esigenze del mister e della squadra. Ho giocato sia in un centrocampo a 4 che a 3, dipende dalle decisioni che prenderà il mister. In nazionale ho agito sempre in fase difensiva, ma quando posso attaccare lo faccio volentieri. Il mio Idolo è Makelele, siamo molto simili nel modo di giocare. Io come Gattuso? Lui lo conosco bene, mi piace il paragone anche se non siamo uguali. Siamo due grandi incontristi, in questo ci somigliamo, ma ognuno ha il suo modo di giocare”. 
 
Inevitabili le domande sugli obiettivi di Rios: “È chiaro che si vuole crescere sempre, ma io voglio prima adattarmi alla squadra per dare il meglio di me, per essere di supporto alla squadra. El Cacha? Mi chiamavano così da bambino i miei genitori, e da allora mi è rimasto questo soprannome, ma non si sa cosa significa...”.

Altre Notizie