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  • Palermo:| Malati di nostalgia

    Palermo:| Malati di nostalgia

    • D.V.

    A cinque giorni dall'inizio del campionato al Palermo manca una componente essenziale per qualsiasi grande impresa: l'entusiasmo. E dire che la nuova stagione era iniziata sull'abbrivio di quel fantastico esodo di Roma: quei quarantamila fan rosa avrebbero dovuto dare una carica straordinaria a tutto l'ambiente. Ma così non è stato, perché proprio a Roma s'era chiuso un ciclo e nessuno l'ha capito. Il ciclo di Rossi e di tanti altri rosa, i quali aspettano ancora una chiamata che non arriva. Si avverte la sensazione che siano in attesa e questo non fa bene alla squadra. Tuttavia siamo convinti che nel calcio l'entusiasmo sia la cosa più facile da comprare. Spesso è anche gratis. Basterà vincere due partite di fila perché Zamparini torni a essere il presidente più amato. Pioli il miglior successore possibile di Rossi, tutti i calciatori fenomeni senza paragoni. Nulla è più volubile dello stato d'animo e dei giudizi dei fan, falchi o colombe che siano.

    Perché il Palermo provi a vincere un paio di partite di fila occorrono però precise condizioni. Prima: che il nuovo tecnico sia lasciato in pace, che possa lavorare sul suo calcio provando a dare un'anima a questo gruppo ancora senza leader. Che provi a ridisegnare ruoli e compiti dopo più di un mese di sterili tentativi. Abbiamo la sensazione che molti rosa, accecati ancora dalla nostalgia, non abbiano ancora imparato ad apprezzarlo. E che Pioli nei loro confronti usi eccessivi riguardi. Non dimentichi Pioli che il Palermo, nonostante due grandi stagioni, non ha ancora vinto niente.

    Seconda condizione: che venga definito l'organico. Via chi ritiene di aver dato il meglio di sé a Palermo. Chi per motivi più o meno validi cerca altrove nuove esperienze. L'appagamento è contagioso e in questo gruppo ci sono giovani come Zahavi, Pisano o Mantovani che possono crescere solo se circondati da positività, anzi come abbiamo detto all'inizio di serenità. A chi andrà via (Bovo, forse anche Cassani) il ringraziamento per anni indimenticabili e l'augurio di fare altrettanto bene altrove. Via anche chi non è nei piani di Pioli, con due sole competizioni da disputare un organico troppo ampio può essere causa solo di malcontenti. Peraltro, un paio di arrivi ci saranno. Il portiere e un centrocampista di qualità in un reparto di buoni marcatori e cursori.

    Infine, a nostro modo di vedere, questo Palermo ha bisogno di un simbolo, di qualcuno in cui identificarsi e in cui credere. Qualcuno di assoluta fedeltà che non si senta di passaggio, e questo qualcuno non può essere che Fabrizio Miccoli. Ha solo trentadue anni, ha scelto Palermo, non avrà i novanta minuti sulle gambe per tutte le gare ma anche contro il Fenerbahce ha dimostrato di poter fare la differenza. Ma perché Miccoli torni ad avere un ruolo centrale, perché non sia un capitano di scorta, sarà necessario che Pioli riprenda in considerazione lo schieramento con due punte. Operazione ardua ma possibile anche per tenere sulla corda i trequartisti che domenica sera non hanno brillato per continuità.

    A cinque giorni dall'inizio del campionato tante questioni restano aperte, tanti dubbi da sciogliere, ma anche una certezza: questo Palermo non vale meno di quello dello scorso anno (non c'è Pastore ma la difesa è più forte con Silvestre, Pisano, Cetto e Mantovani), deve soltanto provare a crederci.

    (Giornale di Sicilia)

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