D'accordo che nel calcio bisogna sempre ricercare una verità indolore per 'preservare' la squadra e 'permetterle' di lavorare senza ambasce, ma in questo modo la stucchevolezza comincia a fare capolino. Anche oggi Perinetti ha ribadito che 'il Palermo deve adattarsi alla B'; dopo 11 giornate, il mantra stona. Iachini conosce la categoria, di giocatori esperti ce ne sono parecchi, dunque questa verità traballa più della credibilità del governo Letta.

'Correre, correre tanto e correre bene' è l'abc in ogni campionato, non solo in questa miserrima Serie B, un'accozzaglia di mediocrità dove non a caso il Lanciano è primo, senza che nessuno se la prenda lì in Abruzzo. Il problema del Palermo, più che altro, è organizzarsi per sfruttare al meglio le risorse a disposizione. Non siamo convinti, nello specifico, che la difesa a 3, un centrocampo senza piedi buoni e la mancanza di sfogo sugli esterni a causa dell'impiego dei soli Morganella (o Pisano) e Daprelà condurranno alla vetta della classifica.

È vero, Iachini può spendere l'attenuante degli infortuni e di una condizione fisica non ottimale, figlia del discutibile lavoro di chi lo ha preceduto. In questo momento Stevanovic non sta bene, idem Lafferty e le soluzioni Lores e Troianiello non convincono fino in fondo. Però qualcosa bisogna pur cambiarla per rendere più efficace il fin qui sonnolento gioco offensivo. Ci auguriamo sia solo questione di tempo, in barba al credo generale secondo il quale Iachini è un difensivista. Tempo, sì, ma basta parlare di 'adattamento'.