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  • Palermomania:| Calaiò, sarebbe bello...
Palermomania:| Calaiò, sarebbe bello...

Palermomania:| Calaiò, sarebbe bello...

Il Palermo si prepara a rivoltarsi come un calzino. Dirigenti, allenatore, soprattutto giocatori: alle falde di Monte Pellegrino si cambierà parecchio. Arriveranno dei ragazzini al confine, sempre molto labile, tra carneade e campioncino, ma anche uomini già scafati. Tanti stranieri, di sicuro pochi italiani, se non nessuno. Di palermitani, dunque, per definizione manco l'ombra. E sinceramente ci dispiace. Mai come a Palermo l'antico adagio 'nemo propheta in patria' è una legge non scritta che governa più di regole e regolamenti. Con l'investitura di Perinetti e quella per effetto domino di Sannino, si è aperta la porta dei sogni per un palermitano doc.

Emanuele Calaiò da anni anela di vestire il rosa della sua città, ma per tribolazioni e vicissitudini assortite ha sempre bypassato il Palermo. Peccato, perché l'arciere di Siena sarebbe un autorevole bastione di palermitanità in un club che per motivi diversi ha quasi sempre esiliato i suoi figli, da Rinaudo ad Accardi passando per Parisi. Nessun fenomeno, per carità, ma i tifosi desidererebbero idolatrare un loro concittadino, identificativo di appartenenza specie dopo l'ultimo annus horribilis. Calaiò è il candidato più credibile.

A 30 anni è nel pieno della maturità, e di sicuro è un discreto centravanti che i gol li sa fare. Lapalissiano dire che a Palermo ci verrebbe di corsa firmando in bianco. E non punterebbe i piedi se gli si prospettasse la panchina. Con Sannino, tra l'altro, il feeling sgorga naturale dalla foce dei gol che hanno certificato la salvezza del Siena. Da più parti si spera, proprio mentre Zamparini e Mezzaroma sono impegnati in una singolar tenzone per Sannino. La chiave di volta sarà sicuramente un giocatore da portare a Palermo. Perché non un figlio della sua terra, che il rosanero continua a farselo scorrere nelle vene?

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